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Vittorio Feltri sul ponte di Genova: "Attaccano Benetton? I veri cogl*** sono Conte e Di Maio"

Vittorio Feltri
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Ieri hanno inaugurato il nuovo ponte di Genova sostitutivo di quello crollato un paio di anni fa provocando una tragedia. Il manufatto attuale è stato progettato dall'architetto Piano e speriamo stia in piedi per un po' di tempo. Si dice che in un tratto di strada sopraelevata si debba frenare e non superare con i mezzi i 70 all'ora. Ovvio, sul ponte ideato da Piano non si può che andare piano, meglio pianissimo. Non si sa mai. Non mancano le polemiche e sarebbe strano se in questa circostanza non ci fossero. Una volta i nostri nonni dicevano saggiamente che tutto ciò che sta in alto prima o poi è destinato a cascare in basso. Quindi stupirsi perché il Morandi è venuto giù in un baleno è da ingenui.

 

 

La colpa del crollo è stata attribuita ai famosi Benetton, gestori delle autostrade. Si dice che dovevano verificare la solidità delle strutture ereditate, a pagamento, dallo Stato. Si dà però il caso che gli industriali veneti fossero specialisti nella produzione di indumenti popolari, in tutta la loro vita non hanno sfornato ponti, pertanto era l'autorità centrale che doveva provvedere al controllo della viabilità e non i magliai, ai quali semmai non era consigliabile affidare le arterie più trafficate d'Italia. La gestione commerciale di una rete stradale è giusto consegnarla ai privati, la sua efficienza e sicurezza vanno garantite dal governo e dalle sue dipendenze.

Ora invece lo scandalo consiste nel fatto che il suddetto viadotto rimane assegnato alle cure dei citati imprenditori trevigiani. Scusate, cari coglioni, glielo avete dato voi, loro che c'entrano con la vostra stupidità? In tutto il mondo i ponti si schiantano, non solo nel nostro fatuo Paese, certamente non fa piacere allorché uno di essi si sbriciola, tuttavia prendersela con chi amministra il movimento veicolare è da autentici idioti. Sono trascorsi due anni dalla sciagura genovese e ancora non si è scoperto chi l'abbia provocata, e si continua a fare la guerra al riccioluto maneggione veneto che nella vita ha realizzato qualcosa di più e di meglio di Conte e Di Maio. Ma vadano in mona questi due. E per il loro bene, che Dio mi ascolti. 

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