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Pietro Senaldi, dieci punti su Giuseppe Conte: "Un uomo solo allo sbando, con i pieni poteri si è schiantato"

Pietro Senaldi
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Anche Giuseppe Conte sembra destinato a finire nel tritacarne degli uomini che vollero farsi re. Sociologi, sondaggisti, politologi e perditempo vari continuano a ripeterci che siamo nell'epoca che brucia leader come fiammiferi e dove i politici durano lo spazio d'un mattino. Il sedicente avvocato del popolo non è un leader, non è un politico ma si avvia anche lui al tramonto dopo aver ballato un paio di stagioni. Sei mesi fa era un uomo solo al comando, nella sala operativa della Protezione Civile, oggi è un uomo solo allo sbando. Il Pd lo critica perché è troppo morbido, M5S lo attacca perché è troppo severo, Renzi gli spara addosso qualsiasi cosa faccia. Pure il fido Casalino lo ha abbandonato per mettersi in quarantena dopo che il fidanzato con il vizio del gioco, che non ha mai lasciato, è diventato positivo.

 

 

Conte si è meritato tutto quello che gli sta capitando, per la prosopopea e lo scarso rispetto per le regole del Parlamento che ha esibito in questi mesi, e per come ha trattato l'ex alleato Salvini, facendolo mandare a processo per la gestione comune dell'immigrazione clandestina. E però le sue difficoltà non sono una buona notizia. Se si guarda alla compagine di governo, l'avvocato Giuseppe resta migliore dei suoi ministri, almeno due o tre spanne superiore rispetto ai vari De Micheli, Azzolina, Di Maio, Gualtieri, Bonafede. Per una volta il premier non aveva voglia di parlare, ma ieri ha dovuto prendere la parola alla Camera per rispondere alle perplessità dei parlamentari, e di tutto il Paese, in merito al decreto con cui domenica ci ha imposto nuove restrizioni. Lo scenario descritto non è allegro. «L'epidemia peggiora rapidamente: senza misure severe, il virus ci sfuggirebbe di mano» ha sentenziato l'avvocato. A molti è sembrato che fosse un preannuncio di nuove chiusure. Comunque, è stata un'ammissione di impotenza. Siccome siamo teneri di cuore, ma soprattutto siamo preoccupati nel vedere così nelle curve chi ci dovrebbe guidare verso la salvezza, ci permettiamo qualche considerazione che potrebbe essere utile alla politica per leggere la situazione.

CREDIBILITÀ COMPROMESSA
1) Il consenso del governo è crollato perché le persone che oggi ci dicono che siamo sull'orlo del baratro sono le stesse che da sei mesi si vantano di essere stati i migliori nella lotta al Covid e hanno sostenuto di essere un modello per tutto il mondo.

2) La maggioranza del Paese pensa che il governo abbia cicalato tutta l'estate, perdendo tempo senza prepararsi alla ripresa della vita normale e dormendo sui risultati raggiunti non grazie ai suoi sforzi, visto che è stato solo capace di chiudere, bensì grazie agli italiani che hanno pagato a caro prezzo per questo.

3) Il governo, e in particolare il premier, ha voluto puntare su di sé tutti i riflettori della gestione dell'epidemia, tagliando fuori completamente l'opposizione, convinto di guadagnarci in popolarità. Ora che le mancanze dell'esecutivo sono più chiare, non ci può essere nessun altro sul banco degli imputati.

4) La misura della buona o cattiva gestione dell'emergenza non è solo il calcolo dei morti per abitanti, che comunque non ci vede tra le nazioni con i numeri più bassi. Gestire l'epidemia significa anche aiutare economicamente i cittadini a cui si chiudono le attività e ai quali si ordina di stare a casa. Qui, non abbiamo lezioni da dare a nessuno. Tantomeno a Trump, che ha fatto arrivare direttamente i soldi, e tanti, nei conti di imprese e persone.

5) Conte e i suoi sono riusciti a spaccare l'Italia tra protetti e indifesi. Questi ultimi ormai sono diventati la maggioranza. Abbiamo eserciti di nuovi poveri guidati verso il baratro da una nuova casta che durante l'epidemia non ha perso un solo euro e quindi è ancor più vissuta come un esercito di privilegiati. Naturale che già si vedano i segnali di rivolta sociale, e la sinistra non potrà cavarsela sostenendo, come al solito, che si tratta solo di fascisti o mele marce.

6) Un esecutivo che ti impone di spendere due miliardi per rispettare le leggi nella tua attività privata (come ristoranti e palestre) promettendoti che così potrai continuare ad andare avanti, ma poi ti blocca perché lo Stato non riesce a far osservare le norme che mette, è inqualificabile.

LO SCARICABARILE
7) È evidente che il governo ha chiuso, e forse chiuderà ancora di più, non perché la situazione non sia più controllabile in sé ma perché lui non sa più cosa fare per arginare il contagio, non avendo predisposto né un sistema di tracciamento dei positivi né un sistema di assistenza degli infetti fuori dalle strutture sanitarie né, viene il sospetto, una macchina ospedaliera in grado di affrontare l'annunciata seconda ondata.

8) Lo spettacolo dello scaricabarile e delle accuse reciproche tra i partiti della maggioranza, incapaci sia di presentare un piano su come utilizzare gli aiuti economici europei sia di decidere se accedere o meno ai prestiti sanitari, è inaccettabile, specie se a metterlo in scena sono le stesse persone che ogni giorno fanno appello all'unità della politica e alla responsabilità dei cittadini.

9) Un premier, o comunque un ministro che ha in uscita un libro intitolato Perché guariremo, non può ripetere ogni giorno che dipende tutto dagli italiani senza che gli italiani non inizino a chiedersi perché non governano loro al posto di Conte e Speranza.

10) L'atteggiamento paternalistico del governo è incompatibile con l'incertezza con cui si muove, l'opacità dei criteri in base ai quali prende i propri provvedimenti e il rifiuto di assumersi ogni minima responsabilità per i propri errori, o anche semplici comportamenti.

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