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Calabria, il solito schema: Conte cerca l'uomo immagine ma fa solo figuracce

Roberto Cota
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Gestire una Ong è cosa diversa rispetto alla gestione della sanità in una regione come la Calabria. Quella di Gino Strada è una scelta sicuramente controversa. Non c'è cosa peggiore, però, di utilizzarlo come uomo immagine, strumento di equilibrismo politico in un momento in cui le sceneggiate mediatiche hanno davvero stufato. Strada era stato indicato in un primo tempo come commissario straordinario, poi il premier Giuseppe Conte ha messo al suo posto un altra persona, un paludato ex rettore universitario che diventa il terzo commissario in pochi giorni. Solo per poche ore, però, perché il professor Gaudio ieri ha rinunciato all'incarico. La star delle politiche pro immigrazione, a questo punto, potrebbe tornare in gioco (del resto Conte lo avrebbe visto bene in coppia con lo stesso Gaudio) ma giustamente vuole vederci chiaro.

 

 

Oggi la priorità non dovrebbe essere quella di conquistarsi spazi mediatici o accaparrarsi il consenso con mosse solo di facciata. Di operazioni del genere se ne sono viste già troppe. Il presidente del Consiglio dovrebbe essere operativo, non vanesio o cerchiobottista. Come detto, ci sono grandi differenze tra una Ong e la sanità calabrese. In questo ambito la burocrazia regna sovrana. Ad ogni modo, quella di Strada potrebbe avere senso come scelta di rottura, per provare a dimostrare che quando c'è un'emergenza le cose vanno fatte e non possono essere bloccate da giochi politici o inchieste varie. Ma Conte non ce la fa a rompere i vecchi schemi perché lui stesso ha il dna del burocrate. In questo frangente, Strada appare una persona seria ed il presidente del Consiglio il solito politico che si barcamena

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