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Vittorio Feltri su Giuseppe Conte: "Vilipeso e disoccupato. Ha fallito ma lo rispetto"

Vittorio Feltri
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Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio, merita una citazione latina degna di una lapide di marmo: "Sic transit gloria mundi". Traduco in volgare: la gloria che ti riserva questo mondo è effimera, la dura no, non dura. Per due anni e mezzo il premier deposto è stato adulato non solo dai politici di riferimento, bensì anche dalla maggioranza degli italiani, i quali gli hanno consacrato un oceano di consensi. Sembrava che l'avvocato fosse immarcescibile, che rimanesse al comando delle misere operazioni di governo fino alla scadenza naturale della legislatura. Poi è giunto Matteo Renzi, che ha un patrimonio di voti residuale (2 per cento), ed è riuscito a scalzarlo con facilità irrisoria. Complimenti al rottamatore per eccellenza, sempre sottovalutato dai superficiali attori della politica, il quale ricorda la vicenda di Davide e Golia. Roba vecchia eppure sempre attuale. Non appena è stato strombazzato il nome di Mario Draghi, la scena è cambiata all'istante. Le poderose leccate di terga riservate al foggiano si sono trasferite in un nano secondo verso il posteriore del grande banchiere. Sul quale una ondata spaventosa di saliva si è abbattuta. Un esercito di leccatori professionali è tuttora impegnato a umettare i glutei di Draghi, di cui immagino l'imbarazzo, conoscendo l'uomo e la sua riservatezza.

 

 

Questo d'altronde è il costume nazionale: l'ultimo arrivato va portato in trionfo ancor prima si segga sul trono. Al cosiddetto Supermario vengono attribuite doti divine in grado di trasformare il Paese da sacco di letame in cesto di rose. Non dubitiamo delle capacità professionali del famoso banchiere, tuttavia sappiamo che un conto è amministrare un importante istituto di credito e un altro è guidare un gruppo di sciamannati che poltriscono in Parlamento. Quindi aspettiamo i fatti: ora non è il caso di muovere il pollice all'insù o all'ingiù. Sarebbe prematuro. Oltre che ingiusto. Per adesso condanniamo senza riserve il trattamento cui è sottoposto Conte, disoccupato e vilipeso: lo trovo disgustoso.

 

 

Questo personaggio non è da premio Nobel, per lungo tempo ci ha tediato con monologhi notturni mediante cui impartiva lezioni di comportamento a tutti noi poveri tapini, egli ci ha imposto divieti assurdi per combattere il virus con metodi ruspanti e inefficaci. E ci ha inflitto Arcuri e Speranza, due pressappochisti improvvisatisi tecnici della Sanità, che hanno combinato soltanto casini senza risolvere nemmeno un decimo dei problemi sanitari. Ed eccoci qui in attesa di vaccini che non arrivano, ciò che inquieta la popolazione, per giunta alle prese con una crisi economica devastante dovuta al fatto che senza salute pubblica non può verificarsi l'agognato rilancio dell'economia. Ciò detto Conte va rispettato, ci ha provato in tutti i modi e ha fallito, come avrebbe fallito chiunque. Confidiamo in Draghi, evitando però di attribuirgli un successo che non ha per il momento ottenuto. Calma e gesso. Molto gesso. Termino pubblicando i risultati di un sondaggio significativo. Domanda: chi avrebbe preferito come prossimo premier? Mario Draghi: 52 per cento; Giuseppe Conte: 29. Giudichi il lettore. 

 

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