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Vittorio Feltri scatenato, "merita un calcio in cu***": bordata contro Mario Draghi"

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Uno scatenato, scatenatissimo, Vittorio Feltri. Su Twitter, il direttore, da giorni non lesina giudizi critici nei confronti del governo di Mario Draghi. A partire dalla squadra del presunto governo dei migliori, che si è rivelato secondo il direttore l'esatto opposto. Ossia quello dei peggiori. I nomi di Roberto Speranza e Luigi Di Maio su tutti, infatti, hanno fatto scattare la netta bocciatura firmata-Feltri. Già, la squadra lascia più di un dubbio.

 

Ma non è soltanto questione di squadra, di nomi, di ministri. È anche una questione di lessico. E a tal proposito, il direttore e fondatore di Libero dice la sua riprendendo un'osservazione mossa da Vittorio Sgarbi. Il punto è che il critico d'arte aveva annunciato il suo "no" alla fiducia - salvo poi in verità astenersi - rimarcando non soltanto ciò che di questo esecutivo proprio non digerisce, ma anche il fatto che nel suo discorso al Senato, l'ex governatore della Bce avesse usato il termine "resilienza" in differenti occasioni. Sgarbi ne aveva contate dieci, aggiungendo di trovare quel lemma insopportabile.

 

Ed eccoci dunque al ferocissimo cinguettio di Vittorio Feltri, il quale su Twitter passa all'attaco. Senza fare sconto alcuno. "Ha ragione Vittorio Sgarbi - premette -: chi dice resilienza merita un calcio in cu***. E chi dice condizionalità ne merità due, anzi tre". E ogni riferimento a Mario Draghi non è puramente casuale. Insomma, discorso che non ha convinto, affatto, neppure il direttore. Le parole, come direbbe Nanni Moretti, sono importanti...

 

A caldo, nel giorno del dibattito e della fiducia alla Camera, il direttore aveva dedicato anche un ulteriore cinguettio al nuovo esecutivo. Anche in questo caso un tweet laconico e dal quale traspare la scarsissima fiducia nutrita da Feltri su quanto possa combinare il nuovo inquilino di Palazzo Chigi: "Festa finita per Draghi. Ora gli tocca lavorare e vedremo i risultati. Buona fortuna". E chi ha orecchie per intendere, intenda.

 

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