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Giovanni Toti, l'appello a Mario Draghi: "Il Covid non è un vampiro notturno. Ecco i parametri da cambiare"

Annalisa Chirico
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«Il governo Draghi deve realizzare un piano per le riaperture, soltanto così potremo convivere con il virus», il presidente della Liguria Giovanni Toti ragiona dei prossimi passi con un governo nuovo, una regione tornata arancione e una versione inedita del Festival di Sanremo, senza pubblico e con tamponi a gogo. «Sarà una kermesse diversa dal solito ma è la più importante manifestazione canora del Paese e una preziosa occasione per rilanciare la nostra immagine nel mondo».

Presidente, lei ha appena firmato un'ordinanza che imprime un giro di vite a Ventimiglia e a Sanremo.

«In realtà, le restrizioni più severe riguardano Ventimiglia dove sarà vietato l'asporto dopo le ore 18 e il coprifuoco anticipato. A Sanremo abbiamo ordinato la chiusura delle scuole ma tale decisione non è legata al Festival: il problema sono i contagi in rialzo in Costa azzurra, anche a causa di qualche leggerezza del governo d'Oltralpe. Per evitare l'effetto a catena, dobbiamo creare una barriera al virus proveniente dalla Francia».

E la Liguria arancione?

«Guardi, dai dati che ho noi potremmo essere in zona gialla, il problema sono i 21 parametri del Cts: vanno radicalmente modificati, ogni venerdì c'è la cabala dei numeri, un esercizio esoterico Ho suggerito al presidente Mario Draghi di inserire i ministri economici nella cabina di regia che formulerà il prossimo Dpcm perché in questa fase è urgente realizzare un piano che indichi come riaprire ristoranti e palestre in sicurezza».

 

 

Matteo Salvini e Stefano Bonaccini convengono sulla necessità di riaprire i ristoranti a cena.

«Lo dico da settimane: non c'è motivo per stare aperti a pranzo e non a cena, il virus non è un vampiro che si sveglia di notte. Si pongano vincoli al numero di coperti a seconda della fascia di colore ma ai ristoratori va consentito di riaprire, inoltre con la bella stagione in tante parti d'Italia si può cenare all'aperto».

Lei come modificherebbe i 21 parametri?

«Al posto dell'Rt sintomi, dobbiamo considerare il tasso di ospedalizzazioni e ricoveri. Se non c'è pressione sulle strutture sanitarie, concentrarsi semplicemente sulla velocità di contagio non ha senso e rischia di penalizzare oltremisura l'economia nazionale. Dobbiamo accelerare sui vaccini perché, se mettiamo in sicurezza gli over 75 e le categorie fragili, potremo davvero tornare a vivere».

 

 

 

Lei dice: non serve l'immunità di gregge, basta immunizzare gli anziani.

«Stiamo sacrificando intere generazioni di giovani, ai quali questo virus provoca al massimo una banale influenza, mentre non siamo in grado di proteggere chi di Covid muore. L'età media dei decessi Covid nella mia regione è pari a 81,7 anni».

Quando lei ha proposto l'orario differenziato su base anagrafica per l'accesso ai supermercati, si è sollevato un vespaio di polemiche.

«Continuiamo a tenere in casa i giovani in assenza di qualunque base scientifica e senza calcolare i danni psicologici che seguiranno. Qui in Liguria abbiamo speso quattro milioni di euro per fornire buoni taxi agli anziani affinché non prendessero i mezzi pubblici. Dovremmo proteggere i più vulnerabili per consentire alle persone in età lavorativa di condurre una vita il più normale possibile».

Come giudica la svolta di Salvini che appoggia l'uomo dell'euro, Mario Draghi?

«Io sono stato un ultrà dell'attuale premier, dunque la svolta di Matteo è stata ampiamente auspicata. La scelta di sostenere Draghi ha dato al leader della Lega credibilità, spirito di governo ed equilibrio. Adesso sta a lui decidere che cosa vuole diventare da grande, se tornare capopartito o trasformarsi invece nel leader di un centrodestra che sia fulcro di innovazione e modernità». 

 

 

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