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Antonio Socci: "La Repubblica elogia il decisionismo di Mario Draghi ma quando Matteo Salvini diceva le stesse cose lo giudicava eversivo"

Antonio Socci
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Nella nota intervista in cui ha attaccato Putin, Biden si è rivolto ai tanti migranti che stanno affluendo al confine fra Messico e Usa invitandoli a tornare a casa: «Non venite. Non lasciate le vostre città». Se lo avesse fatto Trump sarebbe scattato il "coro umanitario" che sempre accusa di oltraggio ai diritti umani chi non spalanca le frontiere. Per Biden (che fu salutato come il presidente che avrebbe aperto le porte ai migranti) nessun coro ostile. Evidentemente perché è Dem: due pesi e due misure. Nel Regno della Faziosità non conta ciò che si dice, conta "chi" lo dice e da che parte sta. Un cortocircuito peggiore, per i guardiani del "pensiero unico", è stato causato dalla Cancelliera tedesca Merkel, la quale ha dichiarato che è favorevole a usare tutti i vaccini approvati e - per quanto riguarda quello russo, Sputnik - se non si faranno ordini a livello europeo, la Germania si muoverà da sola. È una dichiarazione clamorosa, anche perché "consente" a ogni paese di fare da sé con i vaccini, ma una coltre di imbarazzo l'ha sepolta. Perché? Il Giornalista Collettivo finora ha bollato come "sovranista", "anti-UE" e "antioccidentale" chi osava dire che - se la UE non si muove - si deve fare da soli, anche ricorrendo a Sputnik. Per esempio, Matteo Salvini, il 1° marzo, dichiarava: «Se i vaccini non arrivano dall'Europa è giusto che l'Italia si muova per conto suo altrimenti non ne usciamo più». Su Sputnik aveva aggiunto: «L'obiettivo è mettere in sicurezza i cittadini. Se funziona ed è usato in molti Paesi, per esempio l'Ungheria che è in Ue, perché no?».

 

 

VACCINO ANTIDEMOCRATICO Le reazioni erano state le solite. Il radicale Marco Taradash, sull'Huffington Post, prendendosela con Salvini e la Meloni, aveva scritto che, per capire come si organizza «la spinta» verso la «democrazia illiberale», bastava seguire il vaccino Sputnik: «Non c'è nessuna onestà in chi lo reclama, lo pretende, sbeffeggia le regole, mette a disposizione le nostre aziende per produrlo. Sputnik V è di per sé un programma politico, è il preludio di una alleanza contro l'Unione Europea e la democrazia liberale». Dunque, per certi europeisti, Sputnik è un "siluro" per abbattere la Ue e la democrazia. Ecco perché la Merkel ha creato fra loro enorme imbarazzo: chi può accusare la Cancelliera di essere "contro l'Unione Europea e la democrazia liberale"? Ma il botto è arrivato venerdì sera, quando, nella sua conferenza stampa, il nostro premier Draghi si è detto totalmente d'accordo con lei su Sputnik e la Ue: «Se il coordinamento europeo non funziona bisogna essere pronti a fare da soli. Questo ha detto la Merkel e questo ripeto anch' io».

 

 

 

Così il "ciclone Draghi", che già ha sconquassato i partiti di Sinistra (Pd, M5S, Leu e +Europa), ha mandato in confusione anche i media mainstream, che ovviamente non potevano accusare pure lui di essere "antieuropeo", "antioccidentale" e "filoPutin". Né potevano ricordare che le stesse cose erano già state dette da Salvini il quale per questo si era preso tante accuse. Quindi che fare? Di colpo sembrano tacitamente diventati "sovranisti", favorevoli al "fai da te" nazionale e al russo Sputnik. Perfino Repubblica - occhiuta guardiana dell'ortodossia europeista e antirussa - ieri ha titolato la prima pagina col virgolettato di Draghi: «Vaccini, pronti a fare da soli». La parola d'ordine per far digerire questo spiazzante Draghi ora è «Europeista pragmatico». Così ieri era titolato l'editoriale di Repubblica, affidato a Francesco Bei, dove si diceva che «chi si aspettava una difesa di maniera dell'Europa, a prescindere, sarà forse rimasto deluso». Significa che è cambiato il vento e Repubblica cerca di adeguarsi. Lo fa confermando che non conta cosa si dice, ma solo chi lo dice. Dunque ora - si leggeva nell'editoriale di ieri - «se l'Ue cincischia Roma si sente in coscienza di poter andare avanti da sola», persino per Sputnik, e - scriveva Bei, senza imbarazzo - «possiamo farlo perché, a differenza del filo-Putin Salvini, nessuno può mettere in dubbio l'atlantismo del presidente del Consiglio». Quindi, a sentire Repubblica, la cosa importante non è l'urgenza di procurarsi vaccini per gli italiani (o per i tedeschi, come dice la Merkel), ma da che parte sta colui che la esprime.

 

 

 

SI CAMBIA CASACCA - Faziosità e sofismi che servono a camuffare la "conversione" di Repubblica che ora - per elogiare il premier - arriva perfino a scrivere che il suo approccio non ha «inutili condiscendenze verso la Ue» e che Draghi non ha «bisogno di baciare ogni volta la pantofola». Sembra quasi di sentire Salvini. Stanno diventando euroscettici? Del resto Draghi, nella conferenza stampa, ha di nuovo bocciato il Mes (il no al Mes è la posizione storica di Lega e FdI) e ha perfino affermato: «C'è in gioco la salute, non è il momento di pensare al "Patto di stabilità", e comunque le regole cambieranno». Ieri scherzosamente Claudio Borghi ha scritto a Matteo Renzi: «Grande Matteo, è un bel passo vedervi applaudire il "No MES" e il "Se l'Ue non va bene facciamo da soli". Dai che alla fine ce la si fa tutti insieme a scoprire che il sovranismo altro non era che l'interesse nazionale».

 

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