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Vaccino, ora fuori i soldi e compriamoci le fiale: perché dobbiamo scaricare Bruxelles

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Renato Farina
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Che si fa in guerra se c'è bisogno di muli, ferro per farne cannoni, fieno, grano, cavalli? L'intendenza li acquista. Non bada al prezzo. Stampa banconote come da economia di guerra. Se i proprietari nascondono e rifiutano, si requisisce. Ovvio, l'esempio era buono per l'800 e le guerre d'indipendenza. Ma ci siamo intesi. Adesso in questa maledetta battaglia la materia prima urgente e famelicamente necessaria sono i vaccini. Non sappiamo come finirà per i 29 milioni di dosi AstraZeneca conteggiate dai carabinieri nello stabilimento laziale dove si riempiono le fiale con la pozione salvifica. Due settimane fa, Mario Draghi ha bloccato la spedizione in Australia. Ragioni pratiche e persino etiche: l'Italia ne ha bisogno, e noi siamo il Paese dove più duramente la falce del Covid ha mietuto e sta ancora mietendo la popolazione. Qui però osiamo fare un discorso meno truculento di sequestri, carte da bollo, discorsi scandalizzati contro l'impero malavitoso delle multinazionali. Paghiamo il prezzo di mercato, costi quello che costi. E alla fine ci guadagneremo tutti. Non solo in termini di salute, ma proprio di risparmio in moneta sonante e prospettive di rivitalizzazione dell'economia. Evitiamo pose mascellari, tiriamo fuori la grana necessaria, senza bisogno di emanare leggi eccezionali che portano malissimo ai popoli che le accettano. A insegnarcelo è il Regno Unito, oltre che Israele. Non hanno lesinato sul prezzo. Hanno fatto contratti che convenivano a venditore e acquirente. Ci sono detti popolari che aiutano a capire: 1) dalla parte del compratore: chi più spende, meglio spende; 2) dal lato del produttore e fornitore: pagare moneta, vedere cammello. Ecco, l'Unione Europea ha avuto un approccio pessimo. Invece che puntare al risultato: avere tante dosi, in fretta, costi quel che costi, con clausole bronzee in caso di inadempienze delle ditte; ha agito in base a un'etica narcisistica: osservare e rimirare allo specchio la propria avarizia scambiata per attitudine al risparmio. Risultato: abbiamo sotterrato un sacco di gente che oggi sarebbe stata salva, se invece della virtù usuraia da papà Goriot avessimo adottato il tanto sbandierato principio di precauzione, che coincide con il primum vivere. L'Ue ha applicato non l'amore al proprio popolo, ma la coerenza ideologica con la squallida demagogia della sobrietà con la pellaccia degli altri.

 

 

 

Paragone tremendo

Un economista e un giurista, rispettivamente Natale D'Amico e Giovanni Guzzetta, hanno dimostrato con i numeri la gigantesca balordaggine di Ursula von der Leyen e dei suoi euroburocrati. Partiamo da un paragone tremendo. I morti e i neo contagiati quotidiani in Gran Bretagna e in Italia. Dalle parti di Londra, in questi ultimi giorni i morti quotidiani per Covid sono stabilmente meno di 20, e i nuovi casi 5000. In Italia siamo tra i 4 e i 500 deceduti mentre risultano più di 20mila neo infetti al dì. La cosa si spiega con la cifra dei vaccinati. Nel Regno Unito al 20 marzo erano 29,9 milioni, nel Bel Paese 7,7. E la colpa non è certo anzitutto della velocità nel vaccinare ma nella disponibilità del siero. La differenza si spiega esattamente per le due opposte mentalità. Una pratica, da buon padre di famiglia (anche se Boris Johnson non ne ha l'aria), l'altra, tignosa e moralistica, da matrigna che compra soltanto profumi per sé (e qui siamo, parlandone con il dovuto rispetto, a Ursula e ai suoi Proci). Johnson ha avuto tanti vaccini, diremmo a valanga, perché ha tenuto conto di come vanno le cose al mondo da alcune migliaia di anni. Ha messo mano al portafoglio con larghezza, data l'urgenza e il rischio mortale. Per 267 milioni di dosi il cancelliere dello scacchiere (ministro del Tesoro) verserà alla fine 5,6 miliardi di euro. Non sappiamo il dettaglio di quanto pagato per dose alle varie industrie.

 

 

 

Chi è il fesso?

L'Ue ufficialmente non ha fatto conoscere i prezzi, ma sono sfuggiti al sottosegretario belga al Bilancio, il quale ha comunicato che l'Ue si è impegnata a versare dall'1,78 euro per dose di AstraZeneca (puro costo di produzione) fino i 15,12 euro per Moderna. D'Amico e Guzzetta hanno calcolato che se la Gran Bretagna avesse firmato contratti analoghi a quelli dell'Ue, invece di 5,6 avrebbe speso 2 miliardi. Chi è il fesso? Un cretino direbbe: Johnson. Balle. Il premier inglese ha avuto forniture rapide e certe, convenienti per tutti. Ha salvato decine di migliaia di concittadini, fatto risparmiare ingenti risorse destinate ai ristori. Fa ripartire prima l'economia. Toglie l'angoscia al proprio popolo. Noi siamo qui a fare gli europeisti e a seppellire i morti e la speranza. Se ci fossimo mossi pagando i prezzi fissati da Sua Maestà, avremmo speso in più 900 milioni di pidocchiosissimi euro. Ci sarebbe da ribaltare l'Europa.

 

 

 

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