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Ddl Zan, Pietro Senaldi smaschera Enrico Letta: razzisti o utili idioti, la violenza mediatica del Pd

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La legge Zan sta diventando l'ossessione del Pd. A parere dei dem serve a combattere l'omofobia; secondo i suoi molti critici, che non sono solo nelle file del centrodestra, l'effetto principale non sarà tutelare i gay bensì limitare la libertà d'espressione di tutti. Comunque la si pensi, è un dato di fatto che ormai la norma non ha più la maggioranza in Parlamento. Anche da sinistra sono arrivate diverse proposte di emendamenti e il progetto di legge Ronzulli-Salvini in materia appare a osservatori terzi più equilibrato.

 

Attualmente si può dire che alla Camera e in Senato c'è una volontà trasversale ai partiti di varare una disciplina che punisca severamente chi insulta o si accanisce contro gli omosessuali. Se Enrico Letta non avesse eretto trincee a difesa della legge Zan, a qualunque costo e senza mediazioni, probabilmente una nuova norma a tutela del mondo lgtb sarebbe già stata varata. La pervicacia con cui il segretario del Pd chiude a ogni dialogo sul tema è la prova che i dem usano la battaglia anti-omofobia come un'arma politica, per marcare la propria identità e polemizzare con gli alleati di governo del centrodestra, e che gli interessi degli omosessuali hanno per loro una rilevanza secondaria rispetto a quelli di bottega. Però questo non è l'aspetto più inquietante della vicenda.

 

La cosa sconcertante è un'altra. I gay sono una minoranza, e in quanto tale rischiano di essere discriminati e la politica si preoccupa di proteggerli. Ma finché resteremo una democrazia, qualsiasi proposito, anche se si prefigge di difendere i più deboli, ha bisogno di una maggioranza in Parlamento per diventare legge. E ancora meglio sarebbe se, soprattutto nei temi etici, la maggioranza delle Camere rispecchiasse quella dei cittadini; anche di quelli normali, non soltanto di attori, cantanti o intellettuali da salotto televisivo. Ha un che di irritante e ricorrente la pretesa della sinistra di imporre con la violenza mediatica di cui è capace la sua visione del mondo anche quando è minoritaria, il che accade il più delle volte, spacciandola per un progresso della società e un trionfo della libertà e della democrazia.

Chi non ci sta e difende il suo pensiero e il diritto di esprimerlo viene tacciato di essere retrivo, razzista e fascista. Chi abbassa la testa viene trattato da utile idiota, si incassa la sua resa come atto dovuto e non gli si dice neppure grazie.

 

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