Covid ed evasione? Colpa del liberismo: due casi che dimostrano tutta l'ottusità degli statalisti
Ragionavo l'altro giorno sul fatto che certe isterie contro le balordaggini no vax rimandano a un altro classico della retorica illiberale e statalista: quello contro l'evasione. Ed ecco che su quel mio pensieruccio settembrino piove un articolo del Corriere della Sera, così emblematicamente intitolato: "Anarco-Individualisti: i nemici da battere per evitare l'evasione". Si tratta di un'intervista a certo professor Santoro, per il quale a spiegare i motivi dell'evasione è "anche la presenza di culture territoriali che potremmo definire anarchico-individualiste".
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Come l’economia va male non perché il Paese non produce, ma perché evade, così, con identica impostazione fuorviante, le perfezioni della campagna vaccinale sono compromesse non perché ci sono inefficienze e qualche inevitabile scopertura, ma perché c’è un’infermiera che fa i green pass tarocchi e il nerd che confeziona QR contraffatti. In questo bel quadro, è perfettamente armonica la tesi secondo cui è l’anarco-individualismo a spingere il multimilionario a trovare il modo di fregare il fisco, o a istigare l’artigiano a dichiarare qualcosa in meno per non fallire. Perseveriamo con la bubbola secondo cui il Paese va male perché gli evasori pensano ai loro affaracci.
D’altra parte, notoriamente, il liberismo selvaggio che impera in Italia è quello che fa caderei ponti e avvelena il popolo coi fumi dell’acciaio. Ma con un po’ di nazionalizzazione e un paio di pm che chiudono gli stabilimenti abbiamo risolto. Ora mettiamo alla berlina l’anarco-individualismo dell’idraulico che non ci fa la fattura (c’è caso che sia pure no vax) e abbiamo sconfitto anche l’evasione.
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