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Mario Draghi, niente scherzi: dopo la luce occhio a casa e pensioni. Ma il governo aveva promesso ben altro

Sandro Iacometti
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Qualche mese fa, durante una conferenza stampa, Mario Draghi era stato lapidario, come spesso gli capita. A chi gli chiedeva lumi in merito all'ennesima patrimoniale strategia, considerate le sue teorie sull'importanza del "debito buono", da usare senza remore quando è necessario. Draghi ci aveva abituato ai bazooka, ai whatever it takes, ai fucili a pallettoni. Arrivato il momento di sparare, però, sembra che le munizioni siano finite. Il premier continua, giustamente ci mancherebbe, ad occuparsi di green pass, di obblighi vaccinali, di terze dosi. Ma le nubi che si intravedono all'orizzonte sembrano cariche di brutte sorprese per gli italiani. E forse sarebbe il caso di iniziare ad aprire qualche ombrello.

 

Sull'energia quello che molti temevano è puntualmente accaduto. Qualche avvisaglia l'avevamo avuta già a luglio. Ma ora, in gran parte a causa di quella transizione ecologica che è reato mettere in discussione, le bollette si preparano a schizzare del 40%. Il che significa non soltanto che pagheremo di più la luce e il gas per far funzionare le nostre case, ma che alcune imprese chiuderanno ed altre dovranno vendere i loro prodotti ad un prezzo più alto. Poi c'è il fisco, Draghi aveva promesso una riforma entro luglio. Troppe divisioni nella maggioranza. È slittata a settembre. Pazienza. Ora però si apprende che per tagliare i balzelli ci sono pochi spiccioli e che gli esperti stanno ragionando di nuovo sulla revisione degli estimi catastali.

 

Pallino di chi, nel nome dell'equità, non vede l'ora di spennare i proprietari di casa. Infine, le pensioni. Qui Draghi, anni fa, nella famosa lettera della Bce al governo Berlusconi, aveva detto come la pensava: tagli, lacrime e sangue per tenere in piedi la previdenza. Però da allora sono passati dieci anni, il sistema e sempre più contributivo e dal 2018 ci dicono che chi ha lavorato per una vita può lasciare con un po' di anticipo senza dover morire di fame finché campa. Da gennaio tutto torna come prima. E, in assenza di interventi, chi aveva assaporato la libertà dovrà aspettare altri 5 anni. Ieri l'ex governatore di Bankitalia ha usato le parole di Nino Andreatta per spiegare che «le cose vanno fatte perché si devono fare, non per avere un risultato immediato». Ecco, anche su bollette, fisco e pensioni ci sono cose che devono essere fatte. Non solo sul green pass.

 

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