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Marco Pannella, Vittorio Feltri: sarebbe ora di dedicare una via al radicale che ha cambiato l'Italia

Vittorio Feltri
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Ogni tanto, raramente, si torna a parlare di Marco Pannella, politico atipico, generoso, spesso decisivo. In questi giorni il suo nome è citato spesso. Si dice che bisogna ricordarlo dedicandogli una via, una piazza, un giardino. Era ora perché quest' uomo amato da pochi e odiato da molti ha inciso sul costume italiano più di qualsiasi altro signore impegnato a gestire il Palazzo. Pannella era un simpatico rompiballe, a suo modo un mattatore, ma è impossibile non riconoscergli di aver contribuito a sviluppare il senso civico di tutti noi, per cui sarebbe sbagliato e addirittura crudele non rendergli omaggio regalandogli una lapide sempiterna dove sia possibile. Non dimentichiamo che Marco, digiunatore seriale per protesta, è riuscito a introdurre nel nostro Paese abbastanza bigotto il divorzio in tempi in cui il matrimonio era considerato eterno, indissolubile. Fu lui il primo compatriota a utilizzare lo strumento del referendum (se escludiamo che fece vincere la Repubblica sulla Monarchia) per imporre la legge, che avrebbe consentito di sciogliere il vincolo tra marito e moglie. 

 

Si pensava che il progetto di Marco fosse destinato a fallire, invece accadde il miracolo: i cittadini votarono a favore del divorzio, già in vigore in quasi tutte le nazioni europee. Per il capo dei radicali fu un trionfo. Oggi lo scioglimento dell'unione di lui e lei è una pratica assai diffusa, preferibile credo a un uxoricidio. Quando una coppia si spacca occorre prenderne atto anche se a volte le conseguenze sono drammatiche. Molti uomini rimasti soli pare che abbiano difficoltà a sbarcare il lunario, dovendo passare gli alimenti alla ex moglie, e siano costretti a frequentare la Caritas per non morire di fame. Ovvio, ogni novità comporta dei problemi anche gravi. Ma il divorzio rimane una soluzione, pur dolorosa, che evita guai peggiori. Pannella poi si è impegnato in un altro referendum, quello riguardante l'aborto, che si praticava da sempre ma in forma clandestina e quindi pericolosa per la salute della donna. Anche in questo caso si pensava che l'iniziativa radicale sarebbe annegata in un mare di no, viceversa si risolse in una seconda vittoria, a dimostrazione che gli italiani sono più avanti di chi li rappresenta in Parlamento. Personalmente sono contrario alla interruzione volontaria della maternità, ma questo è un altro discorso. Ognuno ha le sue opinione e io, con rispetto parlando, ho le mie. Transeat. 

 

Marco inoltre è stato l'unico che si è battuto a favore dei detenuti maltrattati nelle nostre carceri, dicendo che le galere sono i luoghi dove si commettono reati gravi ad opera dello stato. Vero. Nelle celle succedono cose turche. Un'altra prodezza del guru radicale fu il soccorso a Enzo Tortora accusato di essere uno spacciatore di droga senza una prova. Pannella lo fece uscire di prigione portandolo in Europa quale deputato, poi lo sorresse in ogni modo fino all'assoluzione definitiva. Un'opera buona, di giustizia. Io ero amico di Marco, la domenica pomeriggio mi telefonava. Lui chiacchierava e io ascoltavo. Raramente riuscivo a interromperlo per esprimermi. Ma gli ho voluto bene e lo rammento con nostalgia. Una volta mi costrinse ad affiancarlo in un comizio a Milano, in piazza Duomo. Io pronunciai due frasi, egli mille. Era un fiume in piena. Non aveva epigoni. Troppo generoso. Facciamo in modo di non scordarcelo. 

 

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