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Giuseppe Conte, avvocato senza popolo: "Non ha voti ma parla sempre", l'affondo di Vittorio Feltri

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Vittorio Feltri
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Molti italiani si lagnano perché qualche leader politico mena il torrone nei palazzi romani senza aver ricevuto un mandato dal popolo votante. La qual cosa non è vietata dalla legge ma contrasta un po' con il principio che per fare politica in modo legittimo si deve ottenere la delega degli elettori. Enrico Letta è diventato segretario del Pd senza essere stato scelto senza poter vantare un solo suffragio. Solo recentemente egli è entrato in Parlamento dalla porta di servizio con un espediente, cioè sostituendo un tizio, la cui scomparsa aveva reso indispensabile una consultazione straordinaria. Niente di drammatico, però è un fatto che Letta si è issato ai vertici dei progressisti senza avere titoli adeguati.

 

 

 

Attualmente il presidente del Consiglio, Mario Draghi, persona rispettabile, è entrato a Palazzo Chigi essendo un grande banchiere, ma privo di consensi certificati provenienti dai cittadini. Per non parlare dal suo predecessore, Giuseppe Conte, che prima di essere promosso premier era sconosciuto anche nel condominio dove abita. È caduto dal cielo ed è piombato sulla poltrona di capo del governo. Con quale merito, con quali credenziali? Zero. Ignoro quale sia il metodo utilizzato per portarlo tanto in alto. Questo signore era un avvocato che esercitava l'attività forense all'insaputa dei connazionali. Di punto in bianco costui è diventato l'uomo più influente del Paese. Perché? Mistero. Tutti noi ce lo siamo visto piombare tra i piedi senza capire da che parte arrivasse. Lo abbiamo sopportato per un paio di anni, lui e le sue prediche notturne tese a suggerirci come dovevamo comportarci durante la prima fase micidiale della pandemia. I suoi ovviamente non erano consigli ma ordini, a cui la massa ha obbedito secondo lo stile di una scolaresca di prima elementare.

 

 

 

Ma come abbiamo fatto a sopportare per tanto tempo i comandi di un tizio del quale non erano note le opere e neppure l'estrazione accademica? Incomprensibile. Abbiamo avuto come primi ministri Fanfani, Andreotti, Craxi e Ciampi (per citarne alcuni alla rinfusa) e poi ci siamo beccati Conte, non il Ct della nazionale di calcio, bensì legale senza storia. Accendevamo la tv allorché le tenebre avevano avvolto le città ed avevamo di fronte a un personaggetto supponente che ci dettava i compiti da eseguire. Ed ora che è tornato ad essere un uomo qualunque continua a tirare la giacchetta ai miserabili grillini che gli danno pure retta. Solo in Italia possono succedere cose così. Un partito fondato da un comico, Beppe Grillo, è finito nella mani di un azzeccagarbugli. Da una situazione del genere non usciremo facilmente se non grazie ad un auspicabile cataclisma.

 

 

 

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