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Mario Draghi, Alessandro Sallusti: ci manca solo di incendiare l'Italia, no a minacce e ultimatum

 Mario Draghi

Alessandro Sallusti
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La concessione di Putin di aprire corridoi umanitari per permettere alla popolazione ucraina di mettersi in salvo non deve trarre in inganno. È l'inverso di quello che appare, l'avviso che per chi sceglierà di stare a casa propria, o almeno nel proprio Paese, per chi non ha la possibilità di espatriare perché senza mezzi, vecchio o malato, non ci sarà pietà né scampo. Del resto Putin ieri lo ha detto in diretta tv: «Il peggio deve ancora venire», anche se è difficile immaginare qualcosa di peggio di sparare a bambini e donne, bombardare obiettivi civili e ridurre alla fame milioni di persone.

 

Putin è un macellaio di uomini, e non dobbiamo infierire su chi in passato non l'ha capito ma isolare chi oggi, anche in Occidente, continua a difenderlo con dei "se" e dei "ma" che di fronte alle immagini che arrivano dall'Ucraina non hanno senso. Non è il momento di raffinate analisi bensì dei fatti. E non è il momento di mettere in discussione la stabilità dei governi - mi riferisco al nostro - su questioni che per quanto importanti appaiono dettagli di fronte alla tragedia in atto.

C'è chi infatti ha evocato una crisi del governo Draghi se non verrà approvata la riforma del Catasto, anticamera di un aumento, dopo il 2026, delle tasse sulla casa. Ieri i partiti della maggioranza hanno trattato tutto il giorno, tanto sono distanti le posizioni di Lega e Forza Italia (che vogliono stralciare la riforma dalla legge in discussione in Parlamento) e gli altri partiti (sinistra e grillini) favorevoli a procedere come da indicazione dell'esecutivo. In commissione hanno vinto i secondi per un solo voto e ora lo scontro si sposterà in Aula per l'approvazione finale.

 

Siamo i primi a capire la gerarchia dei problemi. Ma sarebbe ingiusto che, con la scusa della guerra, si facessero cose che con la guerra non c'entrano, contrarie al sentire di una parte importante, il centrodestra, della maggioranza. Aprire corridoi fiscali al mai sazio partito dei tassatori non è una buona idea per tenere unito il Paese come serve. E siccome si è in tempo, occorre sminare, non incendiare, il campo della politica interna. Solo Draghi può farlo, senza minacce né incomprensibili ultimatum. 

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