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Alessandro Orsini, Vittorio Feltri: "Con tutti i cretini che ci sono in tv...", la fucilata del direttore

 Alessandro Orsini

Vittorio Feltri
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Da sempre, in particolare negli ultimi tempi oscuri, si discute di libertà, parola affascinante, ma abusata ed entrata pertanto nel novero della retorica più vieta. Prendiamo la tragedia della invasione dell'Ucraina, di cui i media si stanno occupando fino alla nausea. Si dice che i cittadini di quel Paese si battono per la loro libertà, ed è vero. Non vogliono avere nulla che fare con la Russia di Putin. Però non si è capito a che libertà aspirino dato che la democrazia della quale hanno goduto fino a ieri è stata abbastanza zoppicante, visto che il regime comunista per decenni ha dominato nell'intera area soggiogando le popolazioni. In realtà la libertà tout court non esiste, è una chimera. Nessuna persona umana nasce libera. I neonati hanno bisogno della mamma, poi di entrambi genitori. Chi va a scuola ascolta gli insegnanti.

 

Chi si sposa spesso pende dalle labbra del coniuge. La prima libertà da conquistare è quella che affranca dal bisogno, inoltre c'è la libertà di lavoro, quella che consente di tirare avanti in proprio. E veniamo alla libertà di pensiero che non è mai stata tanto minacciata come ora poiché trionfa il pensiero unico, cioè il conformismo impastato con un carico di luoghi comuni. Attualmente corre l'obbligo di uniformarsi alle idee più banali e diffuse. A proposito della guerra in corso è obbligatorio, per essere à la page, dire che gli ucraini che affrontano a viso aperto i soldati di Mosca sono eroi perché preferiscono morire piuttosto che soccombere a Putin.

Siamo alla celebrazione dell'eroismo come valore assoluto. Il motteggio latino, primum vivere, è andato a farsi benedire, sostituito da questo: si vis pacem para bellum (cambierei le ultime due parole con para culum). Alla luce di quello che sta succedendo, affermo che è sciocco battersi alla morte contro un avversario che ti sovrasta. Anche in Italia, forse in Europa, è passato il principio che la libertà di pensiero è concessa esclusivamente a chi dice che è necessario fornire armi a Zelensky per resistere.

 

Se qualcuno invece sostiene che non è lecito rinforzare l'esercito ucraino destinato alla sconfitta, apriti cielo: viene coperto di insulti, censurato. Il professor Alessandro Orsini, che ha idee non conformi alla vulgata di moda, se in tv osa contraddire i soloni sostenitori della necessità di combattere, viene censurato. Vietato dichiarare che l'importante è limitare le stragi e quindi la diffusione di carrarmati e roba simile. Io Orsini non lo conosco, l'ho visto solamente sul piccolo schermo, non posso sostenere di condividere ogni sua dichiarazione, tuttavia le sue affabulazioni sono interessanti e le ascolto volentieri, escono da una bocca collegata bene col cervello. Non capisco perché, con tutti i cretini che ingombrano il video, l'unico da espellere sia lui. Evidentemente la libertà di pensiero se non è morta è moribonda. 

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