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Emmanuel Macron, ecco perché il galletto rischia grosso: tutta la verità sulle urne francesi

Emmanuel Macron

Daniele Dell'Orco
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A meno di due mesi dalla sua rielezione per un secondo mandato all'Eliseo, e dopo aver respinto l'offensiva da destra guidata da Marine Le Pen, Emmanuel Macron si ritrova nel mezzo del fuoco incrociato, visto che al primo turno delle legislative 2022 di ieri (secondo turno domenica prossima), che eleggeranno i 577 deputati dell'Assemblée Nationale, deve guardarsi bene dal fronte della sinistra gauche unita, Nupes, guidata da Jean-Luc Mélenchon.

 

Secondo i primi risultati la sua coalizione ed Ensemble!, quella del presidente francese, sono testa a testa appena sopra il 25% dei consensi. Un dato che potrebbe complicare a Macron la conquista della maggioranza assoluta di 289 seggi.

EQUILIBRISMO
Di margine però ancora ce n'è (Macron potrebbe superare di poco i 300 seggi), e dipenderà tutto dal numero di circoscrizioni in cui ci saranno duelli (Ensemble! contro Nupes) e quelle in cui si prevedono invece dei "triangolari", con l'inserimento del Rassemblement National di Marine Le Pen.
Anche se il suo partito viaggia intorno al 19% e i suoi candidati dovrebbero ottenere tra i 30 e i 45 seggi, tra i due litiganti la Le Pen potrebbe avere la possibilità di sbilanciare l'equilibrio a favore, paradossalmente, della sinistra più radicale (per quanto rigurda invece Les Republicains sono tra il 12 e il 13%).

«Questa sera lancio un appello al popolo, saremo presenti in oltre 500 circoscrizioni nel 2° turno, riversatevi sulle urne domenica prossima con le vostre schede in mano», ha dichiarato a caldo un raggiante Mélenchon, «Il partito presidenziale è stato battuto, è la prima volta che un presidente vince e non riesce a confermare la vittoria dopo 2 mesi alle legislative».

E in effetti, per quanto sia riuscito ad evitare un crollo totale, il primo dato che salta all'occhio è il raffronto con la tornata che seguì il primo mandato di Macron, quando il governo, compresi gli alleati centristi del MoDem, godeva di una maggioranza molto larga: 341 seggi.
Il secondo dato lampante è la spaventosa astensione: secondo le prime proiezioni si attesterebbe tra il 52,1% e il 52,8%. A poche settimane dalle presidenziali, insomma, oltre un francese su due ha rinunciato a recarsi alle urne. «Non c'è opposizione votando per la Nupes», ha affermato il segretario del Rassemblement National, Jordan Bardella, invitando gli elettori ad un "sussulto» in vista per il secondo turno.

 

«Se volete opporvi a Emmanuel Macron, votate per il Rassemblement National domenica prossima», ha aggiunto il fedelissimo di Marine Le Pen. Ed eccolo il terzo dato degno di nota. Dacché era data un paio di mesi fa ad un passo dall'Eliseo, la figlia d'arte della destra francese è stata oscurata da Mélenchon. È andata in vacanza per qualche giorno dopo il ballottaggio per l'Eliseo, ha tardato a entrare nella campagna per le legislative e si è data obiettivi molto meno ambiziosi del leader della coalizione di sinistra, che ha puntato forte addirittura sullo slogan «Eleggetemi primo ministro», sognando la conquista del governo. La Le Pen al contrario ha ridimensionato parecchio le sue mire, "accontentandosi" di formare un gruppo parlamentare all'Assemblée (numeroso ma non numerosissimo) indispensabile per avere anche finanziamenti pubblici. Un copione non molto dissimile per la verità a quello della scorsa tornata, quando il Rassemblement National era riuscito a conquistare solo 7 deputati.

Ora, quantomeno, questo numero è destinato ad essere quintuplicato. Lei in prima persona è destinata a vincere nella sua undicesima circoscrizione del nord Pas de Calais. Già il mese scorso aveva fatto registrare percentuali bulgare anche in virtù dell'assenza (strategica) di candidati di Reconquête di Eric Zemmour.

ESTREMISMO
Proprio il polemista di estrema destra, candidato nella quarta circoscrizione del Var, nel sud (contro Philippe Lottia), è tra tutti quello che sta scommettendo di più su sé stesso e sul futuro del movimento fondato qualche mese fa (alle presidenziali prese il 7%). Nella sua ombra, specie in caso di debacle, scalpita per rivendicare un ruolo da federatrice della destra conservatrice transalpina il vero astro nascente del panorama politico francese: Marion Maréchal.

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