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Giorgia Meloni, per il "nuovo nemico" sarà un anno orribile: il piano del Pd per farla fuori

Pietro Senaldi
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Siamo il Paese dei delatori e delle liste di proscrizione. Il Corriere pubblica un elenco di presunti simpatizzanti di Putin schedati dai nostri Servizi Segreti, i quali disconoscono parte del contenuto, minacciano punizioni esemplari ma poi di fatto attendono che la buriana passi e tutto vada in cavalleria, lasciando che resti solo il ricasco intimidatorio dell'accaduto. Pochi giorni dopo, rimbalza dall'Unione Europea un'altra lista di cattivi indicati come una minaccia per la democrazia. Tra gli ispiratori del lavoro, ci sono i soliti comunisti di casa nostra i quali, con grande faccia tosta ma privi di specchi, fanno l'elenco delle formazioni estremiste, naturalmente di destra, e mettono nello stesso pentolone la Lega e CasaPound, Fratelli d'Italia e Forza Nuova. Figurano anche le Sardine, ma inserite a contrario, come esempio di movimento spontaneo (??? forse a questo non credono neppure loro) di resistenza civile.

 

 

 

DEMONIZZAZIONE - Niente di nuovo sotto il sole. Tra un anno si vota ma siccome comanda solo Draghi la sinistra, al solito senza idee né progetti per il Paese, punta tutto sulla criminalizzazione dell'avversario. Lo schema di gioco è semplice quanto ripetitivo e ripetuto fino all'ossessione. La destra non può governare perché sovversiva, Pd e compagni non sono dotati di voti né di talenti però hanno la scialuppa di salvataggio: sostengono un Draghi per sempre, poco importa se anche con l'appoggio di grillini e altre forze estremiste, tanto i dem fanno da garanti del sistema e di chiunque gli fornisca i numeri per restare al potere. La storia dimostra che i compagni sono i primi a non credere a quanto sostengono.

 

 

 


Berlusconi è stato raccontato come un caimano, un mafioso, un ladro per vent' anni dalla propaganda dem, che lo ha perfino paragonato a Mussolini e che ha poco da invidiare a quella russa, la quale è peraltro la sua pianta madre. Poi, quando Silvio ha cominciato a mettere i suoi voti a disposizione di governi con ministri Pd e a trazione tecnico-sinistra, è stato riabilitato e a volte ridisegnato perfino come uno statista. Ed è quindi toccato a Salvini, razzista, xenofobo e populista fino a quando era all'opposizione o si limitava a governare con i grillini. Oggi che sostiene un governo di larghe intese, guarda caso il cappio intorno al suo collo è stato allentato e viene raccontato come uno sciocchino che avrebbe esasperato perfino i maggiorenti del suo partito, buono solo per i voti che porta, ma guai se osa provare a farli pesare.

 

 

 

NUOVO NEMICO - E così ora tocca alla Meloni, fino a ieri blandita dai progressisti per indebolire la Lega, ricoprire il ruolo di nemico pubblico numero uno. Sono le regole dello squadrismo rosso: colpire l'avversario senza ritegno e senza preoccuparsi della realtà. Ci attende un anno terribile. Più la crisi morderà i portafogli degli italiani, più la propaganda di sinistra picchierà duro, per nascondere mediocrità e colpe della propria classe dirigente. Si dicono democratici, ma hanno già cominciato ad avvelenare i pozzi del confronto democratico riversando sulla Meloni tonnellate di insulti, balle e odio. E se molti cittadini si troveranno senza una lira in tasca? Colpa di Putin, Salvini e Meloni. Non certo del Pd, che nel 2023 avrà governato per 11 degli ultimi 12 anni. Inutile confidare in appelli al senso civico e ad abbassare i toni. Conviene mettersi l'elmetto e prepararsi a rispondere colpo su colpo. Come fanno gli ucraini, direbbe qualcuno. 

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