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Alessandro Sallusti asfalta Renzi e Calenda: "Vi dico chi sono davvero"

Alessandro Sallusti
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Stanno facendo un filo spietato agli elettori del Centrodestra sperando cadano nel trappolone. Perché Calenda e Renzi sono il gatto e la volpe della sinistra italiana, hanno in tasca la tessera del Pd, partito di cui uno è tuttora europarlamentare e l'altro ne è addirittura stato segretario. Certi amori non nascono per caso, loro due sono quella tessera lì anche se per confondere le acque oggi ne esibiscono un'altra meno ostica ai moderati. Il gatto e la volpe, come nella famosa favola di Pinocchio, dove il gatto si finge cieco per aver studiato troppo, così come la volpe si finge zoppa per il medesimo motivo e che nell'immaginario collettivo sono divenuti gli imbroglioni e i falsi per antonomasia. O anche come "Il gatto e la volpe" canzone di successo di Edoardo Bennato di quasi cinquant' anni fa che sembra scritta oggi per raccontare la favola di Calenda e Renzi a caccia di voti altrui: "Quanta fretta, ma dove corri, dove vai/ Se ci ascolti per un momento, capirai / Lui è il gatto, ed io la volpe, siamo in società / Di noi ti puoi fidar / Puoi parlare dei tuoi problemi / È una ditta specializzata, fai un contratto e vedrai / Che non ti pentirai".

 

 

Già, per citare ancora Bennato "non vedi che è un vero affare, non capita tutti i giorni di avere due consulenti, due impresari che si fanno in quattro per te" e che odiano - aggiungiamo noi- tutto ciò che sa di non sinistra anche se in questi giorni recitano la parte di bravi liberali che solo per caso erano finiti nella compagnia sbagliata. So bene che ci sono elettori di Centrodestra tentati dal presunto nuovo che avanza, e pure che alcune loro idee sono compatibili con una cultura liberale. Ma c'è un problema non da poco che sfugge ai più: per loro scelta il Gatto e la Volpe non possono che allearsi in un ipotetico governo alternativo a quello del Centrodestra con la sinistra e quindi addio ai buoni propositi, loro due avranno ciò che cercano poltrone e potere - ei gonzi che li hanno sostenuti resteranno con in mano un pugno di mosche. Date retta a Bennato: "Dacci solo quattro monete e ti iscriviamo al concorso per la celebrità", che ovviamente, trattandosi di due truffatori, non esisteva. 

 

 

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