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Alessandro Sallusti: "Berlusconi e il Colle? Cosa fecero Napolitano e Monti"

Alessandro Sallusti
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La cosa più incredibile di questa campagna elettorale è che la sinistra, peraltro allo sfascio, ogni giorno pretende di decidere che cosa la destra dovrebbe dire, fare e che cosa no, addirittura con che simbolo presentarsi alle urne. Che è un po' come se nel derby Milan-Inter il Milan pretendesse di scegliere la formazione e stabilire la tattica dell'Inter. Ridicolo è poi voler contestare l'ovvio come è successo ieri con Silvio Berlusconi che in una intervista ha detto che se cambierà la Costituzione in senso presidenziale il Presidente della Repubblica dovrebbe dimettersi, come dire che se il tempo cambia dal caldo al freddo bisogna coprirsi, cioè l'ovvio.

 

 

Apriti cielo: giù le mani dal Presidente della Repubblica, hanno tuonato i capi bastone della sinistra in barba appunto all'ovvio e pure al buonsenso. Ma c'è una ragione perché da quelle parti se solo sfiori il Quirinale saltano i nervi: i nostri presidenti della Repubblica sono stati, chi più chi meno, le vere anomalie del sistema democratico e parlamentare, tutti di sinistra, tutti formalmente corretti, ma di fatto giocatori invece di arbitri. Oscar Luigi Scalfaro, parlandone da vivo, andrebbe processato per aver minacciato negli anni novanta Umberto Bossi - è storia documentata - che sarebbe finito male se non avesse staccato la spina dell'alleanza con Silvio Berlusconi, cosa che in effetti accadde. E che dire di Giorgio Napolitano, che nell'estate del 2011 - anche questo risulta agli atti - avviò consultazioni segrete con Mario Monti per creare una alternativa al governo Berlusconi legittimamente eletto.

 

 

I capi dello Stato non sono totem intoccabili in nessuna democrazia salvo che nella nostra. Dei loro presidenti, in carica ed ex, la libera stampa americana ne ha fatto carne da macello, basti citare lo scandalo Watergate e il caso Trump. I nostri, di presidenti, sono invece intoccabili soprattutto per aver permesso alla sinistra di governare il paese senza aver vinto le elezioni. E ogni volta la manfrina si ripete, soprattutto se i sondaggi proiettano la vittoria schiacciante delle destre che si propongono di trasformare il Quirinale da stanza oscura di intrighi a stanza trasparente dove ci abita chi decidono gli italiani. Lunga vita al presidente Mattarella, altro presidente di sinistra, ma se per caso il parlamento deciderà che il tempo dei presidenti nominati e non eletti è finito, beh a quel punto anche lui dovrà prenderne atto. Senza scandalo e senza isterismi, come ha ben detto Berlusconi.

 

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