CARTA ANTI-EVASORI CAMILLERI (MATICA FINTEC): “NESSUN RISCHIO PER LA PRIVACY”
(Roma, 4 novembre 2019) - Roma 4 novembre 2019 - L'ormai famosa “card anti-evasori” allo studio del Governo come mezzo per combattere l'evasione fiscale – il cosiddetto “pilastro” su cui dovrebbe reggersi la prossima legge di bilancio – sembra essere molto di più che un semplice bancomat. Oltre al conto corrente bancario, su di essa potrebbero essere caricate informazioni supplementari come la carta di identità, la tessera sanitaria, la patente. Insomma: si tratterebbe di un sistema di identificazione digitale completamente nuovo per il nostro Paese, cosa che ha fatto nascere diverse preoccupazioni per quanto riguarda la tutela della privacy. Ne abbiamo parlato con Sandro Camilleri, imprenditore italiano alla guida di Matica Fintec, azienda tra le principali al mondo per la produzione di documenti e card - come patenti o passaporti – che consentono l'identificazione e i pagamenti digitali delle persone. Cosa ne pensa dei possibili rischi per la privacy che potrebbero sorgere con l'introduzione di una card di questo tipo? Ogni volta che si parla di identificazione digitale delle persone, in qualsiasi parte del mondo, si ripropone la discussione sulla privacy, ed è una discussione molto seria, perché coinvolge direttamente la nostra visione del mondo. Dobbiamo quindi partire da un discorso generale, senza entrare nel merito della specificità italiana, del fatto se sia giusto o meno introdurre uno strumento di questo tipo e se tale strumento possa o non possa essere utile alla lotta all'evasione fiscale. Il settore dei pagamenti digitali è in ascesa costante in tutto il mondo: non si tratta di una decisione politica, si tratta di un dato di fatto causato dalla sempre maggiore importanza del web nella vita di tutti i giorni. Grazie ai pagamenti digitali, oggi si può utilizzare il car sharing o ordinare la cena tramite le aziende di food delivering, servizi impensabili solo dieci anni fa e che stanno entrando sempre più velocemente nel costume dei Paesi economicamente sviluppati. La priorità, quindi, è rendere semplici e sicuri questi pagamenti, e io credo che oggi ogni Paese debba necessariamente dotarsi di mezzi che vadano in questa direzione. Tantopiù che i dati contenuti nei chip che sono molto meno personali di quanto è già di pubblico dominio su social come Instagram, Facebook o Twitter. Ovviamente, vanno introdotte pene severe per colpire eventuali abusi nell'uso dei dati, ma questa è una condizione necessaria ogni volta che viene introdotta una nuova tecnologia. Tuttavia, se posso permettermi, il vero tema è un altro”. Ovvero? Si tratta, comunque, di una svolta di grande rilevanza: la mole di dati archiviati sarebbe gigantesca. Per questo, auspico che, nel caso si decidesse di andare avanti, venga indetta una gara d'appalto tra soggetti diversi, affidando la funzione di audit della corretta gestione dei dati ad una società primaria tipo Accenture: il tutto, sia chiaro, nell'esclusivo interesse dei cittadini e del rispetto delle normative Antitrust. Per maggiori informazioni: [email protected]