Aborto: Cav Milano scrive a Cantu' su Nasko Lombardia, ci venga a trovare
Milano, 16 apr. (Adnkronos Salute) - "L'invito è di venirci a trovare, via della Commenda non è molto distante da Palazzo Lombardia". Paola Bonzi, direttore del Centro di aiuto alla vita (Cav) attivo all'ospedale Mangiagalli di Milano, torna a scrivere all'assessore regionale alla Famiglia, solidarietà sociale e volontariato, Maria Cristina Cantù, dopo che ieri si è tenuto in Commissione Sanità del Consiglio regionale un nuovo incontro sul fondo Nasko, istituito dalla Regione per sostenere le mamme in difficoltà economica che scelgono di non abortire. Durante la prima riunione del gruppo di lavoro è stato presentato un dossier in cui si sostiene che non c'è correlazione fra il ricorso all'aborto e l'uso dei fondi Nasko. Bonzi apre le porte del centro all'assessore, con cui dall'inizio del dibattito su Nasko ha avuto più di un botta e risposta, e ribadisce i dati del Cav sulle donne che hanno bussato alle sue porte al primo trimestre di gravidanza, tempo utile per poterla interrompere. "Nel 2013 sono state 1.174; di esse solo 341 sono state segnalate per l'utilizzo del Fondo Nasko, poiché le altre non avevano manifestato chiara volontà di interruzione, ma avevano fatto presente solo il loro stato di povertà, chiedendo un aiuto per sé e il figlio in gestazione", spiega Bonzi. "Abbiamo sempre aiutato le donne in difficoltà per la loro gravidanza, con le risorse forniteci da chi, come noi e forse come lei, crede nel valore della vita nascente. Prima di gettare definitivamente la spugna vorrò spendere fino all'ultimo centesimo perché sempre più bambini possano nascere. E' questo anche il suo desiderio? Se così fosse ci venga a trovare. Certo troverebbe donne straniere, ma anche donne italiane, ma è questo ciò che conta? In sincerità di cuore mi sento di affermare che i 4,2 milioni di euro stanziati nel luglio 2013 per il Fondo Nasko non costituiscono un pericolo per il benessere dei cittadini lombardi, anzi".