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2 agosto 1980, Bologna ricorda le vittime Napolitano: 'Fare piena luce su atto feroce'

33 anni dopo, la commemorazione alla stazione

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Bologna, 2 ago. - (Adnkronos/Ign) - Ci sono ancora fronti aperti sulla strage di Bologna. Si tratta dell'identificazione dei mandanti e i risarcimenti ai familiari delle vittime, ricorda Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei familiari delle 85 persone che persero la vita nell'attentato del 2 agosto 1980. Parlando a Palazzo d'Accursio per la cerimonia di commemorazione del 33° anniversario della strage, Bolognesi ha chiesto che la legge 206 del 2004 "sia completamente funzionante" e ha parlato di un "rapporto scandaloso con l'Inps e con alcune istituzioni che fanno un gioco al ribasso". Su questo punto il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio ha già preso un impegno di intervento che arriverà nel prossimo decreto sicurezza. "Gli impegni sono stringenti e credo che il governo li realizzerà", ha commentato Bolognesi, sfilando in via Indipendenza dove il corteo ha marciato con i gonfaloni dei Comuni e degli Enti locali, come da tradizione dopo l'incontro istituzionale in Comune. 'Bologna non dimentica', è quanto si legge sullo striscione che ha aperto il corteo al quale partecipano i familiari della strage, accompagnati dalle istituzioni, con una gerbera bianca all'occhiello. Bolognesi ha fatto presente che il fatto che oggi Boldrini e Delrio siano "qui con noi in Comune è un segnale di grande attenzione delle istituzioni che vogliono cercare di dare risposte ai familiari delle vittime". E quando ha preso la parola la presidente della Camera Laura Boldrini sono stati tanti e lunghi gli applausi per il suo discorso. "Quella mattina ero qui a Bologna come giovane studentessa. Sono molto commossa, grazie per avermi rivolto questo invito, non sono qui per dirvi parole di circostanza ma per esprimere profonda solidarietà e vicinanza alle vittime e a tutta Bologna", ha detto Boldrini dal palco allestito davanti alla stazione di Bologna. "Le vittime sono scomode per tutti coloro che vorrebbero rifugiarsi nell'indifferenza, voltare pagina e far finta di niente, i morti sono scomodi perché chiedono ragioni a noi vivi. Continuate ad essere scomodi", ha affermato il presidente delle Camera rivolgendosi ai parenti delle vittime ai quali ha assicurato il suo impegno per la piena attuazione delle legge 206. Poi l'appello all'individuazione dei mandanti della strage. "Dopo tanti anni ancora chiediamo che sia rimosso ogni velo, anche sui registri, chiediamo la cosa più semplice perché mancano i mandanti, i burattinai, gli strateghi che hanno pensato quella carneficina", ha evidenziato Boldrini sottolineando che "tra le tante ragioni dell'attuale crisi di legittimità delle nostre istituzioni c'è anche l'incapacità di fare chiarezza fino in fondo". Dagli applausi ai fischi. Sono quelli che il pubblico ha indirizzato al sindaco di Bologna Virginio Merola. In particolare le isolate contestazioni sono avvenute nel momento in cui il sindaco ha citato la nuova stazione dell'alta velocità da poco inaugurata nella città. Il sindaco ha tracciato una metafora tra il viaggio del treno e il viaggio verso la verità che però non è stata gradita da alcuni cittadini presenti nel piazzale Medaglie d'Oro. Il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio, da parte sua, ha detto che "la nostra ragione di Stato è e deve essere la nostra verità. La domanda più oscura, quella sui mandanti, resta ancora aperta". In particolare, Delrio ha garantito provvedimenti sui risarcimenti nel prossimo decreto sicurezza ("i tempi potranno essere pochi mesi") e ha apprezzato l'iniziativa legislativa per l'introduzione del reato di depistaggio, che vede come primo firmatario proprio Paolo Bolognesi. E l'appello lanciato nei giorni scorsi dall'Unione dei familiari delle vittime per stragi su Change.org per chiedere ai presidenti di Senato e Camera di calendarizzare "il prima possibile" la votazione della proposta di legge per istituire il reato di depistaggio ha raccolto oltre 14.000 adesioni. Il messaggio di Napolitano. "A trentatrè anni dalla strage che sconvolse la città di Bologna e l'Italia intera, rivolgo il mio pensiero deferente e partecipe ai famigliari delle ottantacinque vittime e ai tanti feriti di quel barbaro attentato terroristico", scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio inviato a Bolognesi chiedendo di continuare ad "adoperarsi affinché venga fatta piena luce sugli aspetti del feroce atto terroristico, non ancora chiariti nonostante la lunga, ma non ancora conclusa, serie di investigazioni e processi". Il messaggio di Grasso. "Molti errori sono stati compiuti, troppi depistaggi e ritardi nella ricostruzione dei fatti hanno rischiato di incrinare irreparabilmente il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Ma in questi 33 anni - ha sottolineato il presidente del Senato in un messaggio inviato a Bolognesi - la forza e la determinazione di voi familiari ha fatto sì che la memoria di questa data continui a trasmettere a tutti noi un messaggio forte: non esiste ragione che possa essere anteposta al diritto alla vita e alla giustizia dei cittadini, non si può e non si deve smettere di chiedere verità e giustizia".

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