Cerca
Cerca
+

Sicilia: commissario Stato impugna ddl Antiparentopoli (2)

default_image

  • a
  • a
  • a

(Adnkronos) - In particolare, il prefetto Aronica, pur sottolineando come l'iniziativa legislativa, che ha avuto "un lungo e controverso iter parlamentare", sia "apprezzabile nell'intento" perche' "perseguirebbe l'intento di soddisfare le molteplici istanze di moralizzazione della politica e della vita pubblica provenienti dalla societa' civile", spiega che la norma non e' "esente da censure di ordine costituzionale". Il commissario dello Stato ricorda, infatti, che in base all'articolo 51 della Costituzione "l'eleggibilita' e' la regola e l'ineleggibilita' l'eccezione", e che "le restrizioni del contenuto di tale diritto inviolabile sono ammissibili solo nei limiti indispensabili alla tutela di altri interessi di rango costituzionale in base alle regole della necessita' e della ragionevole proporzionalita' di tale limitazione". "Sicche' - scrive il prefetto Aronica nell'impugnativa - per stabilire se l'ipotesi di ineleggibilita' o incandidabilita' e' legittima, occorre valutare se essa sia indispensabile per assicurare la salvaguardia di detti valori, se sia proporzionata al fine perseguito o se, invero, essa non finisca piuttosto per alterare i meccanismi di partecipazione dei cittadini alla vita politica". Inoltre, le cause di ineleggibilita' in quanto costituiscono "eccezione al generale e fondamentale principio del libero accesso in condizione di eguaglianza di tutti i cittadini alle cariche elettive - spiega il commissario dello Stato - devono essere tipizzate dalla legge con determinatezza e precisione sufficienti ad evitare situazioni di incertezza, frequenti contestazioni e soluzioni giurisprudenziali contraddittorie che potrebbero incrinare gravemente le pari capacita' elettorali passive dei cittadini". A cio' si aggiunge che i nuovi vincoli introdotti dal ddl approvato dall'Ars alla vigilia della pausa estiva "sarebbero riconducibili all'ambito dell'ineleggibilita' in atto vigente, ma se ne discostano per la specificita' del settore e per l'ampliamento del numero dei destinatari e proprio su questi due aspetti danno adito alla prospettata violazione degli articoli 3 e 51 della Costituzione, innanzitutto per l'inserimento fra i soggetti destinatari dei funzionari degli enti di diritto privato". Infatti, per il prefetto Aronica "l'estrema genericita' della dizione 'funzionari' non risponde al principio di tassativita' prescritto per le cause di ineleggibilita'. Essa, infatti, e' estremamente generica, non circoscritta e polivalente e potrebbe dar luogo verosimilmente a perplessita' circa il suo significato, con conseguenti errori di applicazione".(segue)

Dai blog