Mafia: omicidio Campisi, Cassazione conferma un ergastolo e 26 anni di carcere
Palermo, 15 nov. (AdnKronos) - Un ergastolo e quasi 26 anni di carcere, confermati dalla Cassazione, nei confronti di tre nisseni condannati dalla Corte d'assise d'appello di Catania, a vario titolo, per omicidio e tentato omicidio di Alfredo Campisi. I poliziotti della Squadra mobile di Caltanissetta e i colleghi del commissariato di Niscemi hanno dato esecuzione oggi al provvedimento definitivo a carico di Giuseppe Amedeo Arcerito, 64 anni, condannato all'ergastolo con isolamento diurno di tre mesi; Salvatore Di Pasquale, 51 anni, che dovrà scontare 13 anni di reclusione; e Francesco Amato, 47 anni, condannato alla pena di 12 anni e 9 mesi di carcere. La Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati contro le condanne emesse dalla Corte d'assise d'appello di Catania. Arcerito, detto 'u lumiaru' e considerato elemento di vertice di Cosa nostra niscemese, è ritenuto il mandante dell'omicidio di Campisi avvenuto nel novembre del 1996. Amato, noto come 'Ciccio pistola', invece, è stato condannato per aver attentato due volte (una nella piazza principale e l'altra in un laboratorio di lavorazione marmi di Niscemi) alla vita di Campisi, mentre Di Pasquale, conosciuto come 'Turi Cavulata' ha cercato di ucciderlo in piazza a Niscemi. A tutti è stata contestata l'aggravante dell'aver compiuto quei fatti come appartenenti a Cosa nostra. Le indagini, culminate nel 2011 con l'emissione di sei ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dei tre odierni condannati (oltre ad Alessandro Emmanuello, Sebastiano Montalto e Rosario Lombardo, deceduto), fecero emergere la spaccatura dentro Cosa nostra a Niscemi a causa delle ambizioni di comando proprio di Campisi, che già dal 1994, spiegano gli investigatori, "aveva iniziato a crearsi un proprio gruppo di spietati minorenni" tra i quali, in particolare, spiccava Giuliano Chiavetta, attuale collaboratore di giustizia.