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Mafia: 'calunniò Gianni De Gennaro', condannato Massimo Ciancimino

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Palermo, 16 nov. (AdnKronos) - Il Tribunale monocratico di Caltanissetta, presieduto da Valentina Balbo, ha condannato a sei anni di carcere Massimo Ciancimino, accusato di calunnia aggravata nei confronti dell'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e dell'ex Sisde Lorenzo Narracci. La Procura nissena, al termine della requisitoria, a inizio ottobre, aveva chiesto la condanna a 5 anni e nove mesi di reclusione. Prescritti, invece, i reati di rivelazioni di segreto istruttorio. Secondo la Procura di Caltanissetta, Ciancimino avrebbe accusato ingiustamente Gianni De Gennaro, rappresentato dagli avvocati Franco Coppi e Francesco Bertorotta, sostenendo che l'ex capo della Polizia avesse veicolato informazioni riservate a Vito Ciancimino tramite il conte Romolo Vaselli, imprenditore edile, considerato un prestanome dell'ex sindaco mafioso di Palermo. Non solo, De Gennaro sarebbe stato calunniato soprattutto con la confidenza, fatta a un funzionario della Dia nissena, con cui Ciancimino junior indicò l'ex capo della polizia e del Cesis come il "signor Franco-Carlo". Si tratta del misterioso personaggio al confine tra mafia e Servizi, più volte evocato dal teste come protagonista della storia d'Italia dagli anni '60 in poi, ma mai individuato. Un'altra accusa riguarda il coinvolgimento di De Gennaro nella vicenda del passaporto che Massimo Ciancimino aveva chiesto nel 2004 per il figlio appena nato. Secondo Ciancimino, che non era presente al momento della lettura della sentenza, De Gennaro avrebbe agevolato il rilascio del documento per il bambino. Oggi la condanna superiore alla richiesta della procura.

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