Mafia: difesa Mori, trattativa è duplicazione processo in cui generale fu assolto (2)
(AdnKronos) - "Sono qui - dice ancora l'avvocato Musco - per lasciare una traccia in questo processo". E aggiunge: "Il mio intervento sarà brevissimo. Non è estemporaneo, perché il generale Mario Mori viole lasciare in questo processo una traccia della sua presenza". "Questa eccezione - aggiunge ancora il legale - doveva essere fatta all'inizio dle processo, ma non c'era ancora una cristallizzazione della materia processuale". E poi cita la sentenza che ha riguardato l'ex Governatore siciliano Salvatore Cuffaro, che ha scontato una condanna a sette anni per favoreggiamento a Cosa nostra: "L'applicazione dell'articolo 649 del Codice di procedura penale - dice - è avvenuta proprio qui, in questa città, a Palermo, con riferimento a personaggi illustri. E mi riferisco alla sentenza Cuffaro e al suo proscioglimento dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa". E spiega: "Perché il gup di Palermo Vittorio Anania ha prosciolto l'ex Governatore dal reato di concorso esterno ritenendo che l'imputato sia già stato giudicato per gli stessi fatti con sentenza definitiva". L'avvocato Vincenzo Musco conclude, quindi, la sua arringa difensiva chiedendo per il generale Mario Mori, l'applicazione del cosiddetto 'ne bis in idem', cioè l'articolo 649 del Codice di procedura penale "per l'identià del fatto storico oggi contestato con quello per il quale l'imputato Mori è già stato giudicato con sentenza passata in giudicato", dice Musco. "Il 649 va applicato immediatamente, lo dice il sistema - spiega Musco - Lo dice anche l'articolo 117 della nostra Costituzione che impone ai giudici di applicare la legge". E conclude: "Per cui vi chiedo di applicare il 649".