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Licenziati per aver chiesto la busta paga

Palermo

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Palermo, 9 feb. (AdnKronos) - Licenziati per aver preteso la busta paga dai loro datori di lavoro, una società di imprenditori cinesi. E' accaduto a cinque palermitani che lavoravano, nei primi tempi in nero, per un centro commerciale di Bagheria (Palermo) gestito da una società cinese. Dopo un controllo della Guardia di finanza sono stati messi in regola e quando hanno chiesto di poter ricevere la busta paga effettiva sono stati licenziati. Il Tribunale del lavoro di Termini Imerese, con diverse sentenze, nel 2017 ha dichiarato nulli i loro licenziamenti, ha ordinato la loro reintegra e ha condannato l'azienda a pagare le retribuzioni maturate. Con le sentenze, la società è stata condannata a reintegrare i lavoratori nei rispettivi posti di lavoro e a pagare loro le retribuzioni maturate. I lavoratori hanno richiesto il pagamento in loro favore di una somma pari a 15 mensilità in sostituzione della reintegra. L'azienda non ha mai corrisposto ai lavoratori quanto stabilito dal Tribunale e per tale motivo alcuni di questi hanno avviato delle procedure esecutive contro la società, effettuando dei pignoramenti. "La battaglia che abbiamo condotto a fianco di questi lavoratori è stata in primo luogo per la difesa del sacrosanto diritto a un lavoro equamente compensato e retribuito - dicono il segretario della Cgil Palermo Enzo Campo e l'avvocato Pietro Vizzini - Occorre mantenere alta la guardia per contrastare il mancato rispetto delle leggi in materia di sicurezza, di diritti del lavoratore e di tutela ambientale, che consentono a un'impresa di ridurre i costi di produzione e, quindi, di vendere le proprie merci a prezzi molto più bassi di quelli di mercato".

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