Cerca
Cerca
+

Assobiomedica chiede impegno a candidati, ecco la ricetta del rilancio

  • a
  • a
  • a

Roma, 20 feb. (AdnKronos Salute) - Rifinanziamento e rafforzamento della governance del Servizio sanitario nazionale, superamento dei silos di spesa, acquisti basati sul valore delle tecnologie mediche, introduzione precoce dell'innovazione e ammodernamento del parco tecnologico, agevolazioni agli investimenti in ricerca e innovazione, valorizzazione della ricerca scientifica e della collaborazione tra industria e mondo scientifico. Sono questi i punti principali del manifesto lanciato da Assobiomedica e presentato oggi ai candidati dei principali schieramenti politici in vista delle elezioni del 4 marzo, nel corso del dibattito "Le sfide per la salute del Paese. 2018-2023: una road map per l'industria e la sanità del futuro", in corso a Roma. "Serve un piano industriale per la nostra filiera -ha spiegato Massimiliano Boggetti, presidente di Assobiomedica- che permetta al Paese di essere competitivo e freni la fuoriuscita verso l'estero di competenze e innovazione, altrimenti si rischia di desertificare il comparto in Italia. Chiediamo perciò alla politica di riconoscere il valore della sanità del nostro Paese e le opportunità che il settore della salute può offrire per la crescita economica e sociale, creando occupazione, sviluppo e innovazione". "Dobbiamo mettere l'Italia in condizione di agganciare la rivoluzione della medicina oggi in atto -sottolinea- incentivando lo sviluppo di un ecosistema, che ha bisogno di slancio per partecipare da protagonista al progresso di una sanità sempre più predittiva e personalizzata, frutto della ricerca e collaborazione tra industria e mondo medico-scientifico". "Questo significherebbe -ha concluso Boggetti- la nascita di nuove imprese, attrazione di capitali dall'estero per la ricerca e per lo sviluppo, ammodernamento del sistema sanitario, arrivo di ricercatori nel nostro Paese, aumento delle quote di export. Si tratta di una sfida possibile, ci auguriamo che il nuovo Governo la accolga e ne veda l'opportunità che c'è dietro, per il futuro del Paese e degli italiani". Il leader di Assobiomedica ha ricordato che oggi l'associazione ha approvato un nuovo codice deontologico "per rafforzare, ancora di più, la trasparenza e l'approccio etico delle aziende. Ma chiediamo - ha detto Boggetti ai candidati presenti al confronto - impegno alla politica che deve fare la sua parte per sostenere un comparto che rappresenta un'opportunità economica oltre che, attraverso la ricerca e l'innovazione, più salute per i cittadini". Dal dibattito sono emerse molte differenze. Dario Barillari (M5S) ha sottolineato la necessità di un'approccio della politica al settore più 'moderno', basato anche su modelli informatizzati che prevedono la misurazione reali della qualità e dell'efficienza dei servizi e percorsi diagnostici terapeutici digitalizzati in grado di 'guidare' i medici nelle scelte più appropriate. Per Giusy Gabriele (Leu) "serve rifinanziare, riqualificare. Insomma fare un investimento sulla salute. Il Ssn, che fino ad oggi ha tenuto, è quasi al collasso. Ma gli operatori sono 'vecchi' e si va verso carenze disastrose. E' necessario eliminare il blocco del turnover se si vuole ripartire. Così come sono necessari investimenti, soprattutto al Sud". Altro tema affrontato l'utilità delle centrali d'acquisto "da abolire", secondo Gabriele che basa l'affermazione sulla sua esperienza di manager del Ssn. Un'idea che non piace, invece a Marcello Crivellini (+Europa), secondo il quale "servono regole per il sistema e la centralizzazione degli acquisti rappresenta un bene". E, più in generale, al sistema sanitario "serve una valutazione, una forma di misurazione che sia palese e sia dominio degli utenti". Per Giovanni Monchiero (Civici e Innovatori), "le centrali d'acquisto sono stata un'esperienza necessaria. Ma un sistema fortemente centralizzato è nemico del mercato. Non sono favorevole a mantenere a lungo le centrali a livello nazionale. E anche quelle regionali devono essere meglio gestite. Insomma, una rivisitazione serve anche se l'esperienza e stata utile". Per quanto riguarda il problema della carenza di personale, ha aggiunto, "si tratta di una questione che attiene alla programmazione che deve essere assolutamente corretta". Ed è proprio il personale per l'esponente di centrodestra il perno del cambiamento e del salto di qualità del sistema: "La spesa per il personale è quella più rilevante del settore, varia dal 60 al 70%. Bisogna motivare gli operatori. Solo attraverso una sana politica delle risorse umane si ottengono miglioramenti assoluti del servizio. Certo servono investimenti, ma serve anche organizzazione. Soldi e innovazione organizzativa sono gli ingredienti decisivi per mantenere una buona sanità", ha concluso Monchiero.

Dai blog