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Tumore alla prostata, Italia in prima linea per nuova terapia a ultrasuoni

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Roma, 23 feb. (AdnKronos Salute) - Una tecnica innovativa, descritta come una vera e propria rivoluzione nella diagnosi precoce per la cura del cancro alla prostata. E' la terapia a ultrasuoni focalizzati guidati da risonanza magnetica (MRgFUS), grazie alla quale oggi è possibile non solo individuare, ma anche trattare con estrema precisione, e in modo non invasivo, forme tumorali localizzate preservando la qualità della vita dei pazienti. Dei risultati clinici e degli sviluppi futuri della tecnica si è parlato in occasione del convegno 'Prostate Cancer: See & Treat', che si è tenuto a Roma presso il Centro congressi Università Sapienza, e ha riunito i maggiori esperti radiologi e urologi italiani e internazionali. In Italia il Policlinico Umberto I, che da qualche anno utilizza con successo gli ultrasuoni focalizzati per la cura dei fibromi uterini e il trattamento di lesioni ossee benigne e maligne, li ha già applicati in passato in alcuni casi di lesioni alla prostata. "Negli ultimi anni la risonanza magnetica ha rivoluzionato l'imaging della prostata, consentendo di identificare i piccoli focolai neoplastici nel contesto di una ghiandola che è di dimensioni molto piccole, contrariamente a quello che si faceva fino a qualche anno fa in cui invece era necessario effettuare delle biopsie ad alto raggio - spiega all'AdnKronos Salute Carlo Catalano, direttore del Dipartimento di Scienze radiologiche del Policlinico Umberto I di Roma - Alla luce della capacità estremamente elevata della Rm di identificare anche piccoli noduli, sì è pensato di utilizzare questa tecnica anche per la guida di trattamenti mirati sulla ghiandola prostatica, evitando così metodiche invasive, per esempio la prostatectomia. Sì è quindi pensato di accoppiare la Rm con tecniche che determinano un incremento della temperatura nel focolaio neoplastico, generato da onde di varia energia, come ad esempio quelle sonore nel trattamento a ultrasuoni focalizzato sotto guida della risonanza magnetica". A chi è rivolta questa terapia? "Non è indicata per tutti i pazienti - puntualizza Catalano - ma solamente in quei soggetti che hanno una malattia cosiddetta focale, per cui limitata a piccoli focolai all'interno della ghiandola prostatica. E' quindi fondamentale una valutazione multidisciplinare del paziente, non limitata all'urologo o al radiologo. L'Umberto I è stata la prima struttura in Italia a installare un sistema di ultrasuoni focalizzati sotto guida della risonanza ad alto campo magnetico, circa 7 anni fa. Tuttavia, l'esperienza per quanto riguarda la prostata è minore, circa 3 anni. I risultati sono molto soddisfacenti, anche se non ci sono studi a lungo termine essendo la tecnica innovativa. Per il futuro ci attendiamo prospettive di miglioramenti sempre maggiori per il paziente". I trattamenti a ultrasuoni focalizzati guidati da risonanza magnetica hanno ottenuto di recente l'autorizzazione dall'Unione europea per la cura dei tumori alla prostata, e a breve partirà presso l'Umerto I un trial clinico che prevederà il trattamento di pazienti affetti da carcinoma prostatico con la tecnologia MRgFUS, che saranno controllati durante l'intero follow-up sia clinicamente sia con esami di Rm multiparametrica. Ad oggi sono un migliaio gli esami alla prostata effettuati ogni anno dell'équipe dell'Unità prostatica del policlinico capitolino, coordinata da Valeria Panebianco che sottolinea come la risonanza magnetica multiparametrica abbia determinato "una rivoluzione del carcinoma della prostata. Prima - ricorda - la diagnosi veniva effettuata solamente con i valori del Psa e direttamente con la biopsia, mentre oggi l'introduzione di questa metodica innovativa ha fatto sì che la risonanza stessa entrasse nelle linee guida internazionali". "Grazie alle caratteristiche della Rm che consistono in un dettaglio anatomico importante e tecniche funzionali per determinare le caratteristiche del tumore - evidenzia l'esperta - è possibile effettuare una diagnosi precoce. Questo significa indirizzare il paziente a una biopsia mirata. La forza di questa metodica è quella di effettuare una identificazione della lesione maligna, di bioptizzare quella stessa zona e soprattutto trattarla in maniera precisa e mininvasiva".

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