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Pesaro: pentito Di Carlo, vivo come un boss latitante perché ho paura (2)

AdnKronos
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(AdnKronos) - Il collaboratore di giustizia Francesco Di Carlo spiega: "Sono cambiati in continuazione il direttore del Servizio di protezione, i riferimenti delle forze dell'ordine, dei Carabinieri, della Polizia e della Guardia di Finanza". E se la prende anche con collaboratori di giustizia che "portavano con loro anche cento familiari, piccoli spacciatori, e la situazione si è sfasciata. Anche perché più avanti sono arrivati altri soggetti che non era necessario mettere sotto protezione. E il sistema si è ingolfato". Francesco Di Carlo viveva prima in Italia, "mi avevano dato un piccolo alloggio - racconta - ma vedendo che la situazione faceva acqua da tutte le parti, mi sono trasferito all'estero. E oggi mi chiamano ai processi per partecipare alle videoconferenze". "Ma ho visto subito che non poteva continuare una situazione del genere, non c'è sicurezza o segretezza". Poi ribadisce: "Io ho scontato la pena prima che collaborassi, e sono un libero cittadino". Non è sorpreso dall'omicidio di Pesaro. "Non siamo protetti, la verità è questa".

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