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Sorelle Napoli: 'Su minacce ombra metodo mafioso'

AdnKronos
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Palermo, 10 gen. (AdnKronos) (di Elvira Terranova) - "Violenze e minacce reiterate", persino con lancio di sassi, e l'uccisione di animali, "che rasentano i metodi mafiosi", per colpire le sorelle Irene, Ina e Marianna Napoli, le tre imprenditrici agricole di Mezzojuso (Palermo), finite al centro dell'attenzione per avere denunciato le intimidazioni ricevute. Il tutto per costringerle "a cedere la proprietà o la gestione della loro azienda agricola". Minacce che si sarebbero susseguite per oltre venti anni, dal 1998 fino allo scorso novembre. E' quanto scrive il giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese (Palermo) Claudio Bencivigni nell'ordinanza di custodia cautelare, di cui è in possesso l'Adnkronos, a carico di Simone La Barbera, Antonino Tantillo e Liborio Tavolacci, arrestati poco prima di Natale con l'accusa di tentata estorsione. I tre sono accusati di avere "danneggiato sistematicamente le recinzioni poste a protezione dell'azienda agricola, introducendovi animali di diversa specie, che calpestavano i terreni, anche durante la semina e si nutrivano del raccolto, nel danneggiare il lucchetto del casolare di campagna delle Napoli, in almeno tre occasioni, nell'uccidere due cani delle Napoli, lasciando le loro carcasse in stato di decomposizione all'interno dei locali della proprietà". Secondo il gip, le sorelle hanno "sfidato apertamente anche in televisione la legge dell'omertà sulla quale si fonda la spartizione dei terreni tra pastori nelle campagne tra Mezzojuso, Corleone e Godrano". Le sorelle Napoli hanno, infatti, denunciato quanto accadeva pubblicamente in tv a 'Non è L'Arena' condotto da Massimo Giletti, fino a domenica scorsa. Per il giudice il pericolo delle intimidazioni è "ancora attualissimo". Perché, secondo il gip, "non appena i riflettori televisivi caleranno definitivamente sulla storia delle sorelle Napoli, le molestie, i danneggiamenti e le intimidazioni ai loro danni riprenderanno vigorosamente". Le sorelle Napoli sono proprietarie di un'azienda agricola con oltre 70 ettari di terreno tra Corleone e Mezzojuso dove coltivano cereali e foraggio. Irene, Gioacchina e Marianna Napoli dopo la morte del padre, dicono di aver subito minacce e intimidazioni mafiose per costringerle a cedere l'attività. Le tre donne hanno denunciato danneggiamenti, l'uccisione dei propri cani, sconfinamenti di vacche che vanno nei loro terreni. E, a distanza di venti anni, dalle prime denunce, alla vigilia di Natale sono arrivate le manette per i tre indagati che sono ancora in carcere. Nei prossimi giorni si attende la decisione del Tribunale del Riesame di Palermo sulla loro scarcerazione, come chiesta dai loro legali.

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