Nona edizione Taobuk dedicata al desiderio
Palermo, 22 gen. (AdnKronos) - Cos'è il desiderio se non la spinta propulsiva a realizzare ciò che siamo e vogliamo, e dunque la componente fondamentale della storia individuale e di quella universale? Oltre l'istinto, oltre il bisogno: lì ha stanza il desiderio, impulso non riducibile alle leggi fisiologiche. Perché desiderare è sentimento, emozione, capacità di sognare, da sempre sprone e motivazione del cammino umano. È anelito che mette le ali alla volontà, fiamma che accende più della ragione, è ricerca della felicità che ha nell'appagamento del piacere la ricompensa. La letteratura stessa nasce dal desiderio di narrare e lasciarsi affascinare da una storia. D'altra parte, sembra profilarsi all'orizzonte una nuova forma di schiavitù: l'uomo senza sogni né passioni, e perciò senza desideri, condannato a conseguire un godimento schiacciato sul consumo compulsivo e perennemente insoddisfatto. Ma si può davvero rinunciare al desiderio senza rinunciare ad essere uomini? Su questo crinale si muove il tema della nona edizione di Taobuk, il festival letterario internazionale dal 21 al 25 giugno a Taormina. Lo spiega Antonella Ferrara, ideatrice e presidente della manifestazione: "Abbiamo deciso di seguire il suggerimento di Oscar Wilde e cedere con entusiasmo a una tentazione persino più grande, quella di tessere l'elogio del desiderio, evidenziandone diverse e inedite sfaccettature, tra le infinite che il tema suggerisce da millenni a filosofi, artisti e naturalmente letterati. Desiderare, abbracciare un sogno, è tutt'uno con la voglia di progettare il futuro, è trovare uno scopo ed essere motivati a perseguirlo. Chi ne è capace si pone agli antipodi del nichilismo oggi dilagante, indotto in primo luogo dal consumismo, e dai suoi bisogni fittizi che azzerano i desideri. Un antidoto è proprio la letteratura, e segnatamente la narrativa, autorevolmente definita 'macchinazione del desiderio', perché in essa prende corpo il racconto dei progetti e dei valori, positivi e negativi, che animano i personaggi. Narratori, drammaturghi, poeti, non meno dei padri della psicanalisi, ci palesano che il desiderio dialoga con l'inconscio, si fa viatico di alte aspirazioni o di deriva verso l'abisso, né la pulsione si esaurisce con l'appagamento, sempre pronta com'è a rinascere, identica o sotto altre forme".