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Mafia: pm Giordano, 'Scarantino ricevette pressioni da parenti per ritrattare'

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AdnKronos
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Caltanissetta, 29 nov. (Adnkronos) - Il falso pentito Vincenzo Scarantino, che con le sue dichiarazioni fece condannare degli innocenti accusati della strage di via D'Amelio, dopo avere deciso di collaborare, nel giugno del 1994, "a un certo momento era stato oggetto di pressioni da parte dei familiari per ritrattare". E' quanto dice il sostituto procuratore generale di Catania Francesco Paolo Giordano che sta deponendo al processo sul depistaggio sulla strage di via D'amelio a Caltanissetta. Alla domanda del pm Stefano Luciani sul perché il pentito fu sottoposto nel 1995 a intercettazioni mentre si trovava a San Bartolomeo al Mare, in una località segreta, con la sua famiglia, il magistrato risponde: "Può darsi che questa attività di intercettazione era mirata a verificare proprio queste pressioni ricevute dai famigliari". "Questo in grandi linee - aggiunge - ma io non me ne sono occupato direttamente, quindi non ho un ricordo preciso". All'epoca Giordano era Procuratore aggiunto a Caltanissetta.

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