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Mafia: confisca da oltre 5 mln a imprenditore palermitano (2)

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AdnKronos
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(Adnkronos) - Attraverso complesse ed articolate indagini patrimoniali svolte dalla Divisione Anticrimine della Questura di Palermo nei confronti di Taormina, in ragione della sua pericolosità sociale derivante dall'accertata appartenenza all'organizzazione mafiosa “cosa nostra”, è stato, così, possibile ricostruire la scalata economica che gli ha consentito, da semplice manovale presso una ditta di costruzioni, di divenire punto di riferimento per la commercializzazione e la distribuzione della carne nel settore occidentale della città di Palermo. Infatti, attraverso una sapiente regia occulta e con l'uso dei tipici strumenti intimidatori riconducibili a “cosa nostra”, Taormina è riuscito a costituire le due società, oggi oggetto di confisca, affermatesi poi sul mercato in posizione di assoluto privilegio e notoriamente sostenute dai vertici del mandamento mafioso di Tommaso Natale, mediante l'imposizione delle forniture da un lato e la contrazione della libera concorrenza dall'altro. Le indagini patrimoniali della polizia hanno consentito di accertare come Taormina abbia investito la mole di guadagni accumulata nel settore della commercializzazione della carne in altri ambiti e, in particolare, nell'apertura del supermercato di via Danimarca, oggi confiscato. Le indagini hanno permesso di ricostruire le dinamiche delle società che, scrivono gli investigatori, "al di là dell'apparente veste formale di soggetti economici autonomi, venivano gestite direttamente o indirettamente dal Taormina, costituendo un 'unicum', ossia un medesimo centro di imputazione di interessi commisti tra attività di impresa e attività mafiosa che nasce, si afferma e si sviluppa grazie al ruolo dello stesso in seno al sodalizio mafioso di Tommaso Natale, dimostrando ancora una volta il persistente interesse dell'organizzazione mafiosa ad acquisire il controllo delle attività economiche sul territorio".

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