Palermo, 15 gen. - (Adnkronos) - Nel mirino del clan mafioso degli Alferi di Gela, nel nisseno, c'era il capo della squadra mobile di Caltanissetta, il vice questore aggiunto Giovanni Giudice. A decretarne la condanna a morte era stato Giuseppe Alferi, a capo dell'organizzazione sgominata stamani all'alba dalla Polizia, che ha fatto scattare le manette ai polsi di 28 persone tra boss e gregari nell'ambito della maxi operazione antimafia 'Inferis'. A rivelare il particolare e' stato Emanuele Cascino, oggi collaboratore di giustizia, ma all'epoca figlioccio del boss, che proprio in segno di devozione al suo 'capo' si era fatto tatuare sulla schiena il volto del padrino. Secondo quanto ha rivelato il pentito il progetto di morte sarebbe stato deciso nel 2006, tra la fine del mese di settembre e gli inizi di ottobre. All'epoca Cascino e un altro affiliato si presentarono sotto casa del funzionario, armati di fucile, ma l'agguato falli' per la reazione di Giudice. Cascino, anche a seguito di contrasti sorti dentro il clan e per il timore di essere ucciso, essendo stato per tre volte oggetto di attentati, l'ultimo dei quali avvenuto a Gela nel giugno del 2010, ha deciso di collaborare con la giustizia, permettendo con le sue dichiarazioni di dare una svolta significativa alle indagini, che hanno portato ai 28 arresti.




