Citta' del Vaticano, 5 giu. (Adnkronos) - Il Papa puo' concedere la grazia all'imputato in qualsiasi momento, durate o dopo il procedimento in corso. E' quanto ha sottolineato oggi il giudice vaticano Paolo Papanti Pelletier, ordinario di diritto civile all'Universita' di Tor Vergata, uno dei tre membri del Tribunale dello Stato della Citta' del Vaticano che giudichera' l'imputato Paolo Gabriele in caso di rinvio a giudizio. Oggi e' infatti cominciata l'istruttoria formale con gli interrogatori dell'ex assistente di Camera del Papa; come annunciato nelle settimane scorse, infatti, Gabriele ha iniziato quella collaborazione per appurare la verita' che era stata dichiarata attraverso la Sala Stampa della Santa Sede, dall'avvocato difensore Carlo Fusco. "Nella fase giudiziaria - ha spiegato il giudice Papanti - non e' previsto nell'ordinamento penale l'intervento del Papa per concedere una grazia o il perdono, questo pero' non e' neppure escluso del tutto. Il Vaticano infatti e' uno Stato un po' particolare e il Papa puo' comunque decidere se intervenire in difformita' rispetto alle indagini e alle accuse". Quindi il giudice ha aggiunto: "Normalmente - in ogni caso - il Papa, come tutti i capi di Stato, interviene alla fine del procedimento". Insomma il perdono, la grazia concessa dal Papa, e' possibile in qualsiasi momento. Nel proseguimento dell'inchiesta, almeno in via ipotetica, ha detto ancora Papanti, potrebbero emergere altri capi d'imputazione, fra questi "il reato di associazione a delinquere che puo' essere preso in considerazione solo se sono coinvolte 5 o piu' persone. Ci puo' essere ancora, se altri soggetti risulteranno coinvolti, il reato di ricettazione, quindi il reato che riguarda la rivelazione dei segreti politici". (segue)