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Scrittori: Trieste, civica benemerenza a Boris Pahor, domani il centenario (2)

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(Adnkronos) - Pahor ha espresso "un sincero grazie per questa onorificenza della citta' di Trieste, che ha un posto speciale in Europa. Un grazie anche alla comunita' slovena, che ha saputo vivere sempre in armonia, anche quando forze malvagie si sono intromesse". Lo scrittore ha manifestato due desideri. Il primo: l'auspicio che il sindaco dia valore allo sloveno, cosi' come ha fatto la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Trieste. Il secondo: fare un memoriale di quei campi di concentramento che sono trascurati e rischiano di essere dimenticati come i loro defunti. Boris Pahor nasce a Trieste, in via del Monte, il 26 agosto 1913 da famiglia slovena. Il 13 luglio 1920 assiste a Trieste al primo atto vandalico perpetrato dagli squadristi con a capo Francesco Giunta, l'incendio del Narodni dom - la casa della cultura slovena, simbolo dell'ascesa economica e culturale della classe borghese slovena. Per Pahor e per tutta la comunita' l'incendio rappresenta il tragico incipit del genocidio culturale perpetrato dalla dittatura di Mussolini. Il ventennio fascista e' un cammino difficile che segnera' Pahor per sempre. Studente al Seminario Interdiocesano di Capodistria, segue poi gli studi teologici a Gorizia che abbandona dopo due anni. Viene arruolato e parte per la Libia dove, a Bengasi, ripete l'esame di maturita' classica. Si iscrive poi alla Facolta' di Lettere dell'Ateneo padovano. Nel frattempo , rimandato in Italia, viene assegnato sul Lago di Garda. Dopo il 1943 aderisce al Fronte di Liberazione sloveno. Viene arrestato a Trieste nel gennaio del 1944 e deportato in Germania, nei campi di Dachau, Natzweiler -Struthof, ancora Dachau, Dora Mittelbau, Harzungen, e, infine, Bergen Belsen. (segue)

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