Venezia: il Conte d'Aragona, i Franchetti mecenati della Ca d'Oro
Roma, 25 ago. - (Adnkronos) - Mecenati e collezionisti d'arte, cultori della pittura e della scultura rinascimentale, portarono in Europa, d'Oltreoceano, i maestri dell'arte contemporanea, ebbero, fiuto, sensibilita' per lanciare nel mondo moltissimi italiani illustri, ma sconosciuti. Li racconta sino al 24 novembre a Venezia, alla Ca d'Oro, la mostra 'Da Giorgio Franchetti a Giorgio Franchetti. Collezionismi alla Ca d'Oro', proprio in quell'antica dimora tardogotica del XV secolo, acquistata e restaurata dal conte Franchetti, nel 1894, per 170mila lire. Di padre in figlio, dunque, con un'esposizione che vede, tra gli altri in mostra, capolavori firmati Mantegna, Tiziano, Guardi, van Dyck, ma anche lavori di maestri del XX secolo come Burri, Fontana, Rothko, Rotella, Twombly e Scarpitta accanto a Franco Angeli, Tano Festa, Kounellis, Pascali. Un patrimonio ricchissimo d'arte, la storia di una grande dinastia, di passioni civiche, politiche e filantropiche mai smentite, coltivate negli anni da una famiglia discendente da banchieri, proprietari terrieri, finanziatori delle campagne risorgimentali ed esploratori. E' quanto racconta, all'Adnkronos, uno dei nipoti del Conte Franchetti, Gelasio Gaetani Lovatelli dell'Aquila d'Aragona. "Giorgio Franchetti junior accanto a mio nonno, Raimondo, colui che scopri' in Africa la Dancalia, era per noi tutti bambini un mito, una sorta di supereroe - ricorda il conte d'Aragona- Personalita' fortissime, dal carisma ineguagliato, forti, potenti, anche da punto di vista fisico". (segue)