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Venezia: il Conte d'Aragona, i Franchetti mecenati della Ca d'Oro (3)

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(Adnkronos) - E Venezia ritorna tra le 'passioni' dei conti Franchetti quando Giorgio decide di acquistare la Ca d'Oro nel 1894, seguendo personalmente i lavori di restauro, restituendo all'edificio l'originario aspetto quattrocentesco, 'popolandola' di capolavori e dipinti (Tiziano, Vittore Carpaccio, Luca Signorelli, Mantegna, Vivarini, van Dick). Il conte Giorgio abitava gia' a Venezia, in un altro palazzo di famiglia, Palazzo Cavalli sul Canal Grande, a San Vidal. Aveva deciso, pero', sin dall'inizio, di ospitare la sua collezione d'arte alla Ca d'Oro e di aprirla al pubblico. Collezione che il figlio, Giorgio jr. arricchi' di capolavori contemporanei - aggiunge il nobile discendente dei Franchetti - quasi a completare simbolicamente la 'quadreria' di famiglia". Ed a proposito della Ca d'Oro, dove in questi giorni e' aperta la mostra dedicata ai 'Franchetti', spiega ancora: "Il collezionismo era una passione di famiglia. Un culto, un'arte, quasi un rito". "Quando il mio antenato Giorgio senior decise di restaurare il palazzo del XX secolo, disegno' per esempio le geometrie della pavimentazione, utilizzando cromatismi assoluti che si rifacevano all'antichita' romana. E desiderava, tra l'altro che tutto fosse originale. Le pietre dei mosaici, per esempio. Non amava le copie, i falsi. Tutto doveva essere autentico. Quell'autenticita' che faceva parte di un'educazione, di un modo di essere, di una sensibilita' e di una cultura rare. L'imitazione, amava ripetere, non mi appartiene. Solo gli snob la prediligono", racconta il conte d'Aragona. (segue)

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