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In Italia oltre mln di persone con disabilità, solo una su 5 lavora

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Roma, 3 dic. (Labitalia) - Si celebra oggi la Giornata internazionale delle persone con disabilità, promossa dalle Nazioni Unite e che quest'anno è dedicata al tema "Inclusione: accesso ed empowerment per le persone con tutte le abilità". Una giornata che vuole essere un contributo all'abbattimento di pregiudizi nei confronti di persone portatrici di handicap e in cui si fa il punto della situazione che vivono. In Italia, secondo recenti dati Istat, vivono oltre 3 milioni di persone con gravi disabilità, ma solo 1,1 milioni percepiscono un'indennità di accompagnamento; 200 mila adulti vivono ancora in istituto o in una Residenza sanitaria assistita, dunque in una situazione di segregazione. A queste si aggiungono le persone che di fatto vivono segregate in casa, per assenza magari di un'ascensore o per la presenza di insormontabili scalini o perchè semplicemente soli. Passi in avanti ne sono stati fatti: oggi molte più con disabilità lavorano, praticano sport, vanno in vacanza. Ma continuano a mancare molto spesso quelle condizioni che rendono possibile a tutti i disabili di accedere a queste opportunità. In Italia, lavora meno di un disabile su cinque (il 19,7% delle persone con disabilità grave nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni). Il che vuol dire che oltre l'80% dei disabili non lavora: di questi il 46% ha lasciato il lavoro, il 10,5% è in cerca di occupazione e il 23,9% non cerca un lavoro. L'Italia, poi, spende poco per la disabilità: 430 euro a persona (dati Eurostat), posizionandosi al di sotto della media europea (538) nella parte bassa della classifica. La spesa media annua dei Comuni per disabile è inferiore ai 3.000 euro l'anno con una spesa giornaliera di 8 euro. Profonde sono le disparità territoriali: 469 euro in Calabria, 3.875 in Piemonte. Il 70% delle famiglie con persone con disabilità non fruisce di alcun servizio a domicilio. E solo meno di 7 disabili su 100 contano su forme di sostegno presso la propria abitazione. Il che significa che sono quasi sempre le famiglie da sole a fronteggiare la disabilità del loro caro. “Abbiamo osservato evoluzioni e accelerazioni, essendone spesso i primi fautori - commenta Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana per il superamento dell'handicap - ma ora abbiamo una stringente necessità di avviare e consolidare compiute politiche inclusive delle persone con disabilità per migliorane la effettiva condizione di vita: lavoro, sostegni alle persone e alle famiglie, dopo di noi, autonomia personale e vita indipendente, scuola, revisione dei criteri di valutazione della disabilità. Anche queste scelte politiche sono l'indicatore della civiltà di un Paese che stiamo attendendo”.

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