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Marchionne negli Usa applaudito dai sindacati

Mentre in Italia scattano gli scioperi, negli Stati Uniti si misura tutta la differenza culturale tra il Belpaese e l'America

Andrea Tempestini
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Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e presidente e amministratore delegato del Gruppo Chrysler, sta facendo il pieno di premi internazionali a New York. Ieri 5 dicembre alla New York Public Library sulla Quinta e 42esima, il Business Council for International Understanding (BCIU)  gli ha conferito il premio “Dwight D. Eisenhower Global Leadership”. Il BCIU nacque durante la Conferenza del Consiglio per la Cooperazione Industriale della Casa Bianca il 10 novembre del 1955, sotto la guida del presidente Dwight D. Eisenhower, come un'iniziativa "people-to-people", per “promuovere la cooperazione e il dialogo tra la società civile, e incoraggiare la comprensione internazionale riunendo alti funzionari governativi e uomini d'affari su questioni di interesse comune”. Qualche settimana fa era stato il Centro “W. Edwards Deming” per la Qualità, la Produttività e la Competitività della Columbia Business School, a dare al top manager italiano/internazionale  il premio “Deming Cup” , creato nel 2010 “per riconoscere quei leader globali che contribuiscono”, dice il comunicato ufficiale, “in modo significativo all'eccellenza operativa e promuovono miglioramenti continui, anche a livello culturale, nelle loro organizzazioni”. Nelle stesse ore in cui a Roma il governo Monti sta facendo i suoi primi passi per cercare di  raddrizzare la barca dell'Italia, e puntualmente scattano gli scioperi dei sindacati nazionali Cisl, Uil (due ore) e Cgil (quattro ore, per marcare il maggiore dissenso), in America un personaggio che ha l'appoggio di Obama e sta raddrizzando la barca della Chrysler-Fiat celebra il suo secondo riconoscimento in un mese rivolgendosi così ai rappresentanti dei metalmeccanici Usa, presenti nella sala dei festeggiamenti ad applaudire tra il pubblico di imprenditori, diplomatici, gente dei media e della cultura: “Ci sono amici qui stasera che sono venuti a celebrare con me.  I miei colleghi nei Consigli d'Amministrazione della Philip Morris e della Chrysler, i miei complici (“my partners in crime” , espressione ironica e ammiccante, segno di una intesa di sostanza)  della UAW (United Auto Workers) con i quali ho condiviso la responsabilità di riportare Chrysler in vita.” “Con questo riconoscimento – ha aggiunto Marchionne – il BCIU sta premiando più di 250.000 uomini e donne nel mondo che hanno lavorato per restituire orgoglio e credibilità a Fiat, Fiat Industrial e Chrysler, e che continuano a farlo con rinnovata passione e chiari intenti. Se c'è un'essenza nella leadership, è proprio questa: assumere su di sé l'obbligo morale di fare, di partecipare al processo di costruzione del futuro. E' questo che rende la leadership un privilegio e una vocazione nobile”. Ieri alla cena della Library di tavoli ce ne saranno stati una cinquantina, per i 600 commensali che hanno brindato con il festeggiato. Un oceano di distacco, culturale e ideale, dai “tavoli” all'italiana dai quali  Marchionne si è alzato uscendo dalla Confindustria. di Glauco Maggi

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