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Così i democratici hanno derubato i neri

Febbraio è il mese degli afro-americani. Un tempo era la Negro History Week: una bestemmia per la sinistra, che ha cambiato la storia

Giulio Bucchi
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Febbraio è il mese dedicato in America alla celebrazione degli afro-americani.  L'osservanza di un periodo solenne di rispetto per questa comunità nella vita degli Stati Uniti iniziò nel 1926, e si trattava alle origini di una settimana, la Negro History Week.  Il bagno del politicamente corretto che ha poi annegato la cultura e la politica americana ad opera della sinistra e dei Democratici successivamente alla approvazione delle leggi dei diritti civili da parte del Congresso Usa negli Anni Sessanta, ha allungato i tempi,  ma ha reso oggi quel titolo una bestemmia. In realtà ciò è solo il frutto  paradossale, sul piano del lessico,  della appropriazione indebita che il partito Democratico ha compiuto della storia dei neri e della loro emancipazione. Promotore determinante della Negro History Week era stato Carter G. Woodson, figlio di una famiglia di ex schiavi, che divenne uno studioso di Harvard. Woodson scelse la seconda settimana di febbraio, di cui in questi giorni ricorre l'86esimo anniversario, perché conteneva le date di nascita di due campioni dell'antischiavismo. Il primo era l'abolizionista e intellettuale di colore Frederick Douglass, che nell'Ottocento si era battuto per la libertà della sua razza, riuscendo a comprarsi la sua stessa libertà dal proprio padrone, e che poi divenne il primo nero a occupare una carica di governo e a essere nominato ambasciatore (ad Haiti).  Il secondo nome simbolo della abolizione della schiavitù era il Repubblicano Abramo Lincoln, che ebbe Douglass come consigliere durante la Guerra Civile che portò alla fine della schiavitù. La nascita stessa del GOP, a metà dell'Ottocento, la si deve alla posizione rigidamente abolizionista di Lincoln, contro Whigs, Democratici e sudisti del tempo. Nel celebrare il Mese dei neri, il deputato della Florida repubblicano afro-americano Allen West ha voluto ricordare ieri le radici abolizioniste del suo partito, con un discorso di cui riproduciamo più avanti qualche passo saliente. Al cuore c'è  la condanna delle politiche di “elemosina” verso gli afro-americani che la Washington dei liberal e dei Democratici continua a perseguire per mantenerli dipendenti dal grande governo, ostacolandone una vera emancipazione e una completa integrazione come individui liberi. “Il nostro partito crede nelle reti di protezione, ma rigettiamo l'idea che una rete protettiva debba trasformarsi in amaca”, ha detto West. “Per questa ragione, la idea Repubblicana di minimizzare la dipendenza dal governo è di particolare beneficio a quelli più poveri tra noi. Di converso, la fame dei Democratici per sempre crescenti forme di elemosina redistributiva è nei fatti la più insidiosa forma di schivitù che rimane al mondo d'oggi, e non promuove la libertà  economica”. West ha ripercorso poi la storia del Partito Repubblicano notando che ha giocato il maggior ruolo in molti momenti chiave in cui ha lottato per le più grandi libertà per gli afroamericani. Tra altri eventi citati, il presidente del GOP Lincoln firmò la Proclamazione della Emancipazione e il GOP spinse per gli Emendamenti alla Costituzione numero 13, 14 e 15 che abolirono la schiavitù, offrirono eguale protezione sotto la legge e diedero ai neri il diritto di votare. E ancora, fu un Congresso a maggioranza repubblicana a passare la legge che istituì i Buffalo Soldiers, il primo corpo di soldati neri nell'esercito Usa nella seconda metà dell'Ottocento, e fu il presidente del GOP Ulisse Grant a firmare la prima legge, nel 1875, che diede i diritti civili ai neri. “Ciò che i Repubblicani hanno capito da tempo è che le povere comunità sono meglio servite se vengono incoraggiate e si dà loro il potere di occuparsi di se stesse. Più esse sono costrette a fare affidamento negli assegni pagati dal governo , e meno imparano a fare affidamento sulle proprie abilità  e sul proprio ingegno”. Parole che sembrerebbero inoppugnabili, sul piano economico e della logica. Ma la lezione dei partiti di sinistra, che con il loro patronato sanno trasformare l'assistenza senza fondo (con i soldi dei contribuenti) in una miniera di voti corrompendo le coscienze, è che il welfare paga. E non ha colore, anche se per i neri in America è particolarmente devastante. Complimenti al cinismo dei democratici Usa, che pur con un presidente nero sanno ancora usare la razza come una polizza per le loro fortune elettorali. di Glauco Maggi twitter @glaucomaggi    

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