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Natale al verde per l'Imu:saccheggia le tredicesime

Il balzello sulla prima casa pesa il 50% in più dell'Ici, il 78% per gli immobili in affitto. E la scadenza al 17 dicembre ci condanna a feste più nere che mai

Andrea Tempestini
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  di Antonio Castro Mettetevi comodi perché, comunque, sarà una mazzata. A prescindere da quando si dovrà effettivamente pagare. L'Imposta municipale unica arriva in scadenza (termine ultimo  il 17 dicembre, fissato dal governo e ribadito l'altro giorno dal ministro Vittorio Grilli). Per scoprire - con una certa precisione - a quanto ammonterà il salasso di Natale abbiamo chiesto all'Ufficio studi dell'Associazione Arpe-Federproprietà, di simulare i casi classici: una prima casa e un immobile dato in affitto: il salasso mediamente passerà da un minimo di 236 euro a Milano, ad oltre 866 euro per l'abitazione di residenza a Roma. La differenza con la vecchia Ici (anche se l'Imu ingloba pure la tassa sui rifiuti), è percentualmente esponenziale, visto che il governo Berlusconi aveva abolito l'imposta. Però la revisione della rendita catastale - decisa sempre da Monti - ha portato ad un aumento, in media, del 50% dell'imposta se paragonato con la vecchia Ici.  AFFITTI DA KO Se la passano decisamente peggio i “fortunati” proprietari di un secondo immobile dato in affitto. In questo caso il prelievo potrà superare serenamente i 2mila euro (con un aumento medio del 78%). E così cade anche un'altra favola dei tecnici che mesi fa garantivano che l'Imu sarebbe costata agli italiani quanto l'Ici «più o meno». Un differenziale d'imposta non irrilevante che fa cadere le braccia ai proprietari di case. Ammette sconsolato Massimo Anderson che di Arpe Federproprietà è il presidente: «Dai dati», spiega nel dettaglio in numero uno dell'associazione, «emerge quanto da noi più volte affermato e cioè che gli importi dovuti per il pagamento dell'Imu non sarebbero stati “più o meno analoghi a quelli dell'Ici”. Con queste simulazione il nostro Uffici Studi ha dimostrato che in moltissimi casi la cifra raddoppierà se non triplicherà. E che un aumento evidente c'è anche rispetto all'acconto di giugno. Per tutti gli italiani», taglia corto Anderson, «il panettone, per quelli che potranno ancora acquistarlo, sarà molto amaro».  Complessivamente con la tassa sul mattone il governo Monti punta ad incassare oltre 21 miliardi.  Prima dell'estate ne sono stati incassati 9,6 con la prima rata. Adesso (salvo per chi ha deciso di rateizzare in tre volte), arriva l'ultima rata che si annuncia più pesante anche per la facoltà concessa ai sindaci di agire sulle aliquote locali. E quindi aumentando o diminuendo il salasso a seconda delle necessità di cassa.  Caos e ritardi burocratici a parte (i moduli ancora devono essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale anche se sono disponibili sul sito www.finanze.gov.it), la lotteria Imu rischia di depredare buona parte della tredicesima di Natale. E forse proprio per questo a via XX Settembre, per garantirsi il gettito, hanno pensato bene di individuare la scadenza giusto in coincidenza con il pagamento della mensilità aggiuntiva.  I posticipi concessi dal governo ai sindaci per definire le aliquote comunali hanno avuto il solo effetto di far saltare qualsiasi calendario e programmazione. Molte amministrazioni (oltre il 70%) hanno scelto di “non decidere” e quindi dallo scorso 31 ottobre (scadenza fissata) le aliquota che saranno applicare sono quelle definite dello Stato: lo 0,4% per l'abitazione   principale e per le relative pertinenze, 0,2% per i   fabbricati rurali ad uso strumentale, 0,76% per gli altri   immobili. NECESSITA' DI CASSA Il governo non vuole e non può posticipare scadenze e termini di pagamento perché, spiegava il ministro Grilli, altrimenti sarebbe a rischio la tenuta dei conti. C'è da dire che venerdì sera - tra le righe del ddl sui costi della politica approvato in serata in Commissione Bilancio - è spuntato un emendamento,  proposto dal Giuseppe Marinello (Pdl), che dovrebbe consentire di posticipare di tre mesi la presentazione della dichiarazione Imu. Il modulo, riporta l'emendamento Marinello, non dovrà più essere presentata entro novembre ma ci saranno 3 mesi di tempo a partire dalla pubblicazione del modello in Gazzetta. In sostanza le parole: «30 novembre» sono sostituite «entro 90 giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di approvazione del modello di dichiarazione Imu e delle relative istruzioni». Peccato che il Tesoro non abbia ancora pubblicato in Gazzetta né modulo, né istruzioni. Probabilmente - viste le impellenti necessità di casse e per far quadrare il bilancio 2012 - il governo troverà il modo per far saltare il rinvio di 90 giorni.  E alla fine, in Aula, si troverà un'intesa per rinviare al massimo entro il 31 dicembre 2012 i pagamenti. Al governo interessa poco quando i proprietari invieranno il modulo, sono i quattrini che servono. Certo, in un mercato immobiliare tenuto in vita con l'ossigeno la mazzata dell'Imu farà ulteriormente crollare la domanda. Già oggi le transazioni sono estenuantemente lunghe (oltre gli 8,6 mesi in media), le banche concedono mutui con il contagocce e la consapevolezza che la seconda casa viene tassata il triplo della prima farà scattare la corsa alla vendita, appesantendo un mercato già isterico provato da ben 5 anni di crisi. Se poi ci si aggiunge la ventilata limatura delle detrazioni sugli interessi pagati per il mutuo, altro che bolla immobiliare...  

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