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Ecco l'effetto-Fornero:meno lavoro e più costoso

Matteo Legnani
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Meno flessibilità in entrata, poche modifiche a quella in uscita e stallo normativo sugli ammortizzatori sociali. A circa cinque mesi dall'approvazione definitiva, gli effetti della riforma Fornero iniziano a farsi sentire. E i timori di chi prevedeva un impatto negativo sul mondo del lavoro si stanno purtroppo rivelando fondati. Se con la riforma, si legge in un rapporto congiunto di Assolombarda e Unione industriali di Torino, «si pensava di creare posti a tempo indeterminato per legge, inducendo le imprese a trasformare i contratti flessibili, questo scopo non può dirsi raggiunto». Dal sondaggio effettuato dalle associazioni imprenditoriali è infatti emerso che gli effetti principali sono stati un aumento dei costi e lo spostamento verso altre forme contrattuali a tempo determinato. In sostanza, le imprese stanno adeguando «la gestione della flessibilità tenendo conto delle nuove regole che sono percepite come restrittive, con un irrigidimento del mercato del lavoro». A soffrire di più, ovviamente, sono le piccole aziende.

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