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Monti si beve la tredicesimaIl vampiro ne succhia il 90%

Monti vampiro: visto da Benny

Imu, rate e bollettini da pagare. A pensionati e lavoratori il Prof porta via tutto. Un Natale amaro: addio a quasi tutta la gratifica

Ignazio Stagno
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  di Alessandro Antonini Chi da mesi aspetta la tredicesima per tirare una boccata d'ossigeno dopo un anno di austerity si metta pure l'anima in pace. Anche quella finirà tutta nelle mani del fisco. La busta paga più pesante coinciderà infatti con una raffica di scadenze fiscali che lasceranno ben poco in tasca ai cittadini.  Tra bolli, bollette, rate e canoni, secondo i calcoli fatti da Adusbef e Federconsumatori l'agognata gratifica natalizia si ridurrà del 90,7%. Per essere più precisi, dei 34,5 miliardi di euro di tredicesime che verranno complessivamente pagate quest'anno (lo 0,5% in meno rispetto al 2011), soltanto il 9,3%, ossia 3,2 miliardi di euro potrà effettivamente essere speso da lavoratori e pensionati. A bruciare un'ampia fetta delle tredicesime, inutile dirlo, la seconda rata dell'Imu. I 4,5 miliardi che dovranno essere sborsati da chi ha la prima casa di proprietà si porteranno via il 13% dell'assegno. Alla tassa sulla casa si affiancano bollette, ratei e prestiti per un valore di 10,3 miliardi (ben il 29,9% del monte totale). L'Rc Auto mangerà 5,3 miliardi di euro, il 15,4% delle tredicesime, mentre 4,6 miliardi di euro (con una diminuzione del 13,3% sul 2011), serviranno per pagare le rate dei mutui. Il salasso non è però ancora finito: 3,7 miliardi di euro (10,7%) se ne andranno per pagare le tasse di auto e moto, mentre 1,9 miliardi (5,5%) spariranno per il canone Rai. Un ulteriore 8,7%, pari a 3 miliardi di euro, servirà infine per pagare i prestiti contratti con banche, finanziarie, parenti, amici e conoscenti per sopravvivere, dato che stipendi, salari e pensioni non bastano più per far quadrare i bilanci. Da scialare restano solo 3,2 miliardi di euro, meno di un decimo del monte tredicesime. Ma c'è anche a chi andrà peggio. I lavoratori delle zone colpite dal terremoto dello scorso maggio rischiano, infatti, di non vedere neppure un centesimo nella busta paga di dicembre. Il 16 dicembre scade la moratoria fiscale e le aziende dovranno sottrarre ai propri dipendenti i contributi che erano stati sospesi dopo il sisma. Su uno stipendio di 2.200 euro lordi, ha calcolato la Cgil, si parla di circa 150 euro per i contributi previdenziali e, in media, 350 euro di tasse. In totale fanno 500 euro al mese che, moltiplicati per i sei trascorsi dalle scosse di maggio, fa 3.000 euro. Di questa cifra, ogni mese va restituito un quinto: se lo si somma alla ripresa normale di tasse e contributi, arriviamo a una decurtazione di oltre mille euro. Scontati, a questo punto, i risultati dell'indagine effettuata da Confcommercio, secondo cui per quasi 7 italiani su 10 il Natale risentirà fortemente della crisi. Malgrado l'austerity, però, la tradizione verrà in qualche modo rispettata. La quota di chi non farà acquisti per regali aumenta dall'11,8% del 2011 al 13,7%, ma oltre 8 italiani su 10 (86,3%), magari attingendo ai risparmi, i regali continueranno a farli. Contro la crisi dei consumi e per consentire alle famiglie di fare gli acquisti di Natale senza rinunce, il Codacons ha proposto al Governo e alle organizzazioni dei commercianti di «istituire anche in Italia il cosiddetto Black friday, ossia una giornata di sconti e promozioni straordinarie nei negozi», al pari di quella realizzata negli Stati Uniti. Una prima data potrebbe essere il 14 dicembre. L'iniziativa, secondo l'associazione dei consumatori, «gioverà alle famiglie, che potranno fare regali senza dissanguarsi, ai commercianti, che vedranno aumentare sensibilmente il proprio giro d'affari, e all'economia nazionale, grazie alla spinta dei consumi».  

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