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Sui conti correnti tassa da 755 milioni per "pagare" gli 80 euro di Renzi

Il prelievo, che scatterà dal 2015, salirà a 1,1 miliardi di euro nel 2016

Matteo Legnani
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Bello lo spot degli 80 euro in più in busta paga. Il premier Matteo Renzi ci si sta giocando tutta la sua credibilità da qui al prossimo autunno, quando per andare avanti dovrà dimostrare di tradurre in realtà la valanga di promesse che ha fatto agli italiani negli ultimi tre mesi. Intanto, però, a tenere alta la fiducia ci sono quegli 80 euro che andranno a tutti coloro che guadagnano fino a 24mila euro. Che, siccome il denaro non si fabbrica (grazie Europa), da qualche parte vanno presi. E una di quelle "parti" sono le rendite finanziarie, che dal 1 luglio saranno stangate da una aliquota (ossia da un prelievo fiscale) che passa dal 20 al 26%. Colpiti sono i risparmiatori, le aziende e le banche. Nel 2015, scrive Il Sole 24Ore, il gettito atteso sarà di 3.037 milioni di euro (cioè poco più di 3 miliardi). Il grosso, 1.241 milioni, arriverà nelle tasche dello Stato dalle ritenute sugli interessi di obbligazioni e titoli similari, ma una quota significativa arriverà da ritenute su depositi, conti correnti, libretti postali e certificati di deposito: in tutto 755 milioni nel 2015, col top del prelievo che verrà raggiunto l'anno successivo, il 2016, quando famiglie e imprese si vedranno prelevare dai conti correnti 1,1 miliardi di euro.

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