Eurogruppo, diktat a Renzi: "Entro marzo taglio del deficit allo 0,5%". Servono 6 miliardi e mezzo in più
Sei miliardi e mezzo di nuove tasse o tagli alla spesa, entro marzo 2015: il diktat all'Italia e al governo di Matteo Renzi arriva dall'Eurogruppo e getta luci sinistre sulle possibilità (già flebili) di ripresa per il prossimo anno. Il presidente Jeroen Dijsselbloem ha ribadito come nella prossima primavera ci sarà un nuovo esame da parte dell'Unione europea sui conti dei tre Paesi "sorvegliati speciali": oltre l'Italia, nel mirino di Bruxelles ci sono anche Francia e Belgio, le cui leggi di stabilità sono state approvate qualche settimana fa con formula "sospensiva". Debito, tasse, statali: la ricetta per salvare l'Italia Taglio dello 0,5% al deficit - Nel caso specifico dell'Italia, il recente taglio del rating deciso dall'agenzia americana Standard & Poor's, che ci ha declassato a BBB-, un gradino sopra il famigerato livello spazzatura, ha riacceso le polemiche sulle riforme solo abbozzate e il taglio del debito mancato. E proprio per questo anche Dijsselbloem ha sottolineato l'eventualità di ricorrere a "correzioni". "Mentre riconosciamo che circostanze economiche eccezionali e inflazione molto bassa hanno complicato il target di riduzione del debito e il rispetto della regola, l'alto debito resta motivo di preoccupazione", ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo a proposito dell'Italia, per cui servono "misure efficaci per migliorare lo sforzo strutturale". Insomma, alla luce delle scarsissime previsioni di crescita nel 2015 occorrerà correggere il deficit strutturale più di quanto preventivato da Renzi, riducendolo dello 0,5% e non dello 0,1 per cento. Una "manovrina" da 6,4 miliardi - Un taglio sostanziale che equivale, appunto, a 6,4 miliardi di euro. "Dalle dichiarazioni dell'Eurogruppo non emerge alcuna richiesta di una manovra aggiuntiva", si è affrettato a precisare il portavoce del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, al termine della riunione dell'Eurogruppo sull'esame delle bozze di bilancio per il 2015. Se forse è esagerato parlare di manovra, di sicuro il governo dovrà predisporre tagli veri alla spesa pubblica o agire sulla leva fiscale."Accogliamo con favore gli sforzi dell'Italia e incoraggiamo l'attuazione delle riforme strutturali - è la conclusione di Dijsselbloem -, lanciare le riforme è una cosa, un'altra è attuarle e attuarle è cruciale".