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Oxfam: nel 2016 l'1% della popolazione sarà più ricco del resto del mondo

Giulio Bucchi
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Dal 21 al 24 gennaio prossimi si svolgerà a Davos, in Svizzera, la 45ma edizione del World Economic Forum, il vertice annuale che vedrà la partecipazione di oltre 40 capi di Stato e di Governo, oltre a circa 1.500 imprenditori da tutto il mondo. Politici e miliardari dovranno quest'anno fronteggiare, oltre alla crisi economica e ai conflitti globali, anche il preoccupante rapporto di Oxfam. Secondo l'ong internazionale, nel 2016 più del 50% della ricchezza mondiale sarà posseduto dall'1% della popolazione. "Troppa disuguaglianza" - In altre parole, l'1% delle persone sarà più ricco di tutto il resto del mondo, dove oltre un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollari al giorno. Una situazione che invece di migliorare è andata peggiorando: dal 2009 i ricchi hanno visto il loro patrimonio crescere dal 44% al 48% del 2014 e che a questo ritmo si supererà il 50% nel 2016. "Vogliamo davvero vivere in un mondo dove l'1% possiede più di tutti noi messi insieme? - ha detto Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International - La portata della disuguaglianza è semplicemente sconcertante e nonostante le molte questioni che affollano l'agenda globale, il divario tra i ricchissimi e il resto della popolazione mondiale rimane un totem, con ritmi di crescita preoccupanti". Un problema per i ricchi - Il rapporto di Oxfam aggiunge inoltre che in Europa la politica di austerity è stata imposta alle classi meno abbienti a causa dell'enorme pressione dei mercati finanziari, dove i ricchi investitori hanno invece beneficiato del salvataggio statale delle istituzioni finanziarie. "Se il quadro rimane quello attuale anche le élite ne pagheranno le conseguenze – afferma Roberto Barbieri, Direttore Generale di Oxfam Italia – perché non affrontare il problema della disuguaglianza riporterà la lotta alla povertà indietro di decenni. I più poveri sono poi colpiti due volte: perché hanno accesso a una fetta più piccola della torta e perché in assoluto ci sarà sempre meno torta da spartirsi, visto che la disuguaglianza estrema impedisce la crescita". Le pressioni delle lobby - Il 20% dei miliardari, sottolinea ancora il rapporto, ha interessi nei settori finanziario e assicurativo. Questi settori hanno speso 550 milioni di dollari per fare lobby sui decisori politici a Washington e Bruxelles, mentre i settori farmaceutico e sanitario hanno a loro volta speso oltre 500 miliardi in lobby. Il loro potere potrebbe essere un ostacolo alla riforma del sistema fiscale globale e all'adozione di regole sulla proprietà intellettuale che non precludano l'accesso dei più poveri a medicine salva-vita.

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