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Sulla benzina i conti non tornanoChi fa la "cresta" di 10 centesimi?

Rispetto a due anni fa, il carico fiscale sulla verde è cresciuto di 21 centesimi di euro. Ma noi ne paghiamo 31

Matteo Legnani
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  Ventitre mesi or sono la benzina verde alla pompa costava 1,523 euro il litro. Cifra su cui pesavano poco meno di 82 centesimi fra tasse e accise. Oggi a poco meno di un anno, per il medesimo litro di benzina paghiamo 1,853 euro, mentre la componente fiscale, pesa per un euro e 3 centesimi. In mezzo a queste cifre c'è un'infinità di accadimenti: dalla «primavera araba» all'avvento dei Professori. Incluso un numero imprecisato di nuove crisi locali qua e là ai quattro angoli del pianeta. Ma i conti non tornano. Il peso del Fisco, sempre sulla benzina, è cresciuto in questi due anni scarsi di 21 centesimi, ma il prezzo finale alla pompa è aumentato di ben 33 cent. Ballano dunque 12 centesimi secchi che non si spiegano, se non in piccolissima parte, con le oscillazioni della materia prima, il petrolio. Ma se i costi di approvvigionamento per la materia prima sui mercati internazionali sono rimasti sostanzialmente invariati, cosa può essere intervenuto nel frattempo di ulteriore rispetto a un Fisco sempre più vorace, tale da spostare in su l'asticella dei prezzi di 12 centesimi al litro? Leggi l'articolo integrale di Attilio Barbieri su Libero in edicola giovedì 7 febbraio  

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