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Pensioni, ecco come sarà il rimborso

Pier Carlo Padoan

Lucia Esposito
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"Restare sotto il 3% del deficit, con un intervento progressivo, come suggerito dalla stessa sentenza della Consulta". Questa la decisione politica, già presa, per l'intervento, quasi sicuramente un decreto, che deve risolvere il nodo della rivalutazione delle pensioni. Sul piano tecnico invece, soprattutto per quanto riguarda le soglie con cui attuare la progressività (rimborso totale, rimborso parziale e nessun rimborso) sono ancora diverse le opzioni allo studio e una decisione non è stata ancora presa. Ecco il punto della situazione per "sanare" la legislazione sulle pensioni, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale che ha bocciato lo stop alla rivalutazione degli assegni imposto dal governo Monti. Mef e Palazzo Chigi sono dunque al lavoro per far quadrare i conti ed evitare un buco che potenzialmente può arrivare fino a 19 mld di euro, se si tiene conto dell'intera entità delle risorse da reperire dal 2012 ad oggi, per tutti i pensionati. Sulle pensioni il "governo sta lavorando, nel rispetto dei termini della sentenza, a misure che abbiano un impatto minimo sulla finanza pubblica e rispettino gli obblighi europei", ha assicurato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in conferenza stampa congiunta con il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Una posizione che ha incassato un sostanziale via libera Ue. "Sono fiducioso che il governo italiano prenderà la giusta decisione", ha replicato Mister Euro, aggiungendo che "l'Eurogruppo ha fiducia in Padoan". ;isure quelle a cui lavora il governo che serviranno a contenere l'aggravio sui conti prevedendo un tetto alla riqualificazione e dunque escludendo gli assegni più alti, con un meccanismo progressivo che va da rimborsi parziali a rimborsi totali per quelli pari a tre volte il minimo, 1.500 lordi. Per la copertura si dovrebbe giocare sul deficit, spingendo l'asticella dal 2,6% previsto nel 2015 più vicina al limite del 3% per evitare procedure europee sui conti. Il governo dunque avrebbe un margine di manovra dello 0,3% o di un tiratissimo 0,4%, se avesse il placet della Commissione. In valori assoluti si tratta di 6-7 mld. Una strategia, dunque, che visto l'impatto sui conti, Roma ha tutto l'intessere a concordare con Bruxelles. In ogni caso appare difficile che il governo riesca a trasmettere il provvedimento alla Commissione europea in tempo per le raccomandazioni specifiche per paese attese per mercoledì prossimo, ma che potrebbero slittare al 18. Più probabile una lettera di Roma alla Commissione già lunedì con l'impegno di sciogliere il nodo sulle pensioni nel rispetto dei vincoli Ue di bilancio. "Non c'è una scadenza temporale per il governo italiano per presentare gli interventi dopo la sentenza della Consulta sulle pensioni», ha aggiunto il portavoce.

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